LEOPOLDA. IL SISTEMA PLEBISCITARIO DI RENZI

Renzi alla Leopolda: “Il tempo delle tessere è finito”. E chi deciderá la linea del nuovo partito? Fatalmente il capo con pochi selezionatissimi consiglieri. È la riconferma del modello di partito personalistico, che proprio per questo pratica la disintermediazione, affermando la modernitá del rapporto diretto leader-supporter-elettori che è solo la versione aggiornata del modello romano del tribuno della plebe. Quello propugnato da Renzi è, di nuovo, un sistema politico plebiscitario, il che mi induce a ricordate che plebiscitum era letteralmente “l’opinione pensata ed espressa dalla plebe”, in piazza, capace di manifestarne gli umori e la passioni, non il pensiero critico che ha bisogno di lunga, articolata, continua discussione. Fra massa e tribuno non c’è intermediazione di organismi democraticamente eletti. È esattamente in questo l’identitá di modello politico proposto da Berlusconi, Grillo, Salvini, Renzi. Fatale per me sentirmi estraneo a questa proposta, come permane il mio dissenso di principio rispetto alle primarie del PD in cui possono votare anche I non iscritti che risultano determinanti a prescindere dal ruolo degli organismi di rappresentanza interni al partito stesso. Aggiungo il mio pregiudiziale sentimento di estraneitá a un pensiero politico fondato sul concetto e sulla pratica della rottamazione. Si rottamano, a mio avviso, le idee ma non le persone.