ANCORA FANGO SU VICOFARO E RAMINI MA DOVE SONO, DOVE SIAMO QUANDO SPINGONO PIÙ FORTE CONTRO IL BENE?

Ci si spinge un passo avanti. Si tenta una nuova via dopo che quella delle offese, delle minacce, dei dinieghi, della lontananza pare non essere passata.Si prova a smontare il senso della Fede che pervade l’impegno per gli ultimi degli ultimi, puntando più in alto.Questa volta l’attacco è verso il vescovo, verso colui che proprio nella comunità di Vicofaro e Ramini, nessuno ha mai voluto tirare per le vesti.Verso colui che nessuno può accusare di “connivenze”.Verso colui ch’è il pastore dell’intera comunità.Lo si fa per mettere in imbarazzo, per sollecitare decisioni, per forzare gli eventi.Lo si fa come lo si è fatto e come forse si faràE si cavalca tutto ciò come se la Chiesa, la Fede fossero uffici amministrativi ai quali rivolgersi per chiedere solo certificati o un semplice passaporto per scaricare, questa volta , il peso della coscienza.Lo si fa tristemente causando quello sconforto che certo non vinceEmerge però questa volta una profonda tristezza per quanti si sono fatti strumento di questa che non può essere altro che l’ennesima strategia che mina non ad un parroco, non una comunità di accoglienza, ma una intera visione della Fede che al nostro tempo, aspira a farsi strumento di pochi per “governare” i tanti.Certo Vicofaro e Ramini possono essere accusati di limiti, di fragilità ma questo voler estendere, allargare, montare la platea di coinvolti lascia trapelare che questo Ospedale da Campo mette in discussione i cristiani per ben oltre l’impegno per l’accoglienza ai rifugiati.Contro questi luoghi si materializza l’ennesimo disegno contro quei valore umani che si fanno parte viva, ferita sanguinante della società. Lo si fa al solo scopo di screditare non un mondo, non don Massimo ma lo stesso sentimento religioso basato sulla Parola. Le “centinaia” di parrocchiani delusi, affranti che trapelano dalle colonne dei “grandi” giornali forse solo le avanguardie di una mondo fragile che viene attratto dalle paure, dalle rabbie.Forse sono platea e clienti e non più Assemblea. Forse anche loro rappresentano più il vuoto di certe anime che il vuoto di quelle Chiese che si ama puntualizzare quando si fa riferimento a Vicofaro e Ramini.Allo stesso tempo sono loro stessi degni di attenzioni e cure perché sintomo di un male, quello delle indifferenze, degli egoismi che intacca l’intera società.Sono degni di attenzioni anche se fossero solo uno.Piuttosto è grave, inaccettabile, il comportamento di quanti li usano per interesse personale, per montare quelle crisi che alimentano consenso.Li usano per distruggere i sentimenti del bene, della solidarietà.Ma c’è un altro punto ed è quello il veder silente larga parte del mondo che parrebbe di conoscer bene la situazione.Non è certo una novità ma sembra ancora che in certi ambienti, anche oggi che si mira al bersaglio più alto, si manifesti evidente la ritrosia non a una scelta non di campo ma di cultura.Di religione.