BUSSETTI, ORA INDAGA LA CORTE DEI CONTI

BUSSETTI, ORA INDAGA LA CORTE DEI CONTI

Malcostume diffuso, questa sarebbe la diagnosi. Dobbiamo ringraziare la stampa, in particolare Repubblica che ne ha riportato i particolari, se i viaggi di Bussetti, ex ministro leghista, sono finiti nel mirino della Corte dei Conti. E’ sbagliato a prescindere, ma quando a tenere comportamenti ambigui, sostenuti da giustificazioni degne delle scene più note dei film di Totò, è addirittura una ministro della Repubblica, vuol dire che il livello di degrado morale ha raggiunto valori massimi.Nello stesso momento è questa l’attenzione che vorremo sempre vedere da parte dell’Amministrazione pubblica, governi compresi. Il pensiero non può non ritornare sulle risoluzioni governative recentemente adottate, come quella, a nostro avviso dannosa quanto pericolosa, che ha colpito duramente la rappresentanza politica degli Eletti, attraverso la Legge sul taglio dei parlamentari, che ha visto una riduzione di 345 tra senatori e deputati.Se in quell’occasione abbiamo parlato di riduzione degli SPRECHI e di OPERA MORALIZZATRICE, non di meno possiamo sottacere su certe prassi ambigue oltretutto sostenute da giustificazioni impossibili da comprendere se non le accostiamo a comportamenti che solo la legge può definire e precisare.Si parla di 25456,24 euro di rimborsi spese per “viaggi di lavoro”. Nel suo breve mandato l’ex ministro Bussetti avrebbe collezionato 133 spostamenti dei quali ben 80 sembrano essere privi di ogni giustificazione. Alla richiesta di spiegazioni sono seguite risposte deboli, al limite della presa in giro. “Non ricordo” e “se ho sbagliato, l’ho fatto in buona fede”. Non siamo giudici né abbiamo ruoli giudicanti di sorta, ma ci chiediamo come sia possibile di fronte a qualcosa di palesemente campato in aria, rispondere con altrettanta superficialità ed ingenuità.A quanto è dato sapere, l’agenda di Bussetti riportava tra gli appuntamenti, segnati come “viaggi di lavoro”, eventi “poco istituzionali” come la partecipazione al compleanno di Salvini, o la presenza alla scuola politica della Lega, o addirittura gli spostamenti effettuati per portare il sostegno attivo e personale alla campagna elettorale dei candidati sindaci leghisti di Forlì, Ascoli ed Albavilla. Per non parlare della presenza in diverse feste di partito (che non si sono mai tenute a Roma, sede ufficiale del suo impegno di “lavoro”).Da notare che i parlamentari e coloro i quali svolgono compiti istituzionali, godono già di un “fondo spese” di 3500 euro al quale possono attingere per i viaggi “casa-lavoro” o cose simili.Se però questi soldi non vengono toccati e vengono utilizzati come rimborso spese per spostamenti di lavoro, la cifra prima indicata rimane nelle loro tasche.Ecco che basta una semplice visita dal dentista o la partecipazione a eventi di interesse personale, per approfittare di ulteriori vantaggi.Ricordiamo che si sta parlando di un ex ministro di un partito che una volta gridava slogan come “Roma ladrona”; così come è difficile non ricordare i recenti trascorsi della stessa Lega ha un contenzioso aperto di 49 milioni di euro con lo stato Italiano, oggi sceso incredibilmente a 18 milioni da restituirsi in 75 anni!Da Totò passiamo quindi a film più “tristi”, che riportano a pensieri meno incoraggianti. Tanto che, Nicola Fratoianni, senatore di LeU, con i colleghi di PD E M5S, si sono affrettati a chiedere urgenti chiarimenti. Come sempre saranno i massimi Organi deputati al giudizio di merito, a dare il via all’iter.La speranza di un intervento che ponga fine a questo degrado, soprattutto morale, resta in piedi. Malgrado i precedenti non siano incoraggianti.