I PILASTRI DELLA CHIESA

Ci sono degli appuntamenti, delle riflessioni che non lasciano spazio ad alcun fraintendimento.Già nei giorni che precedono la Domenica di questo novembre che vede scatenate le forze della natura verso le grandi città d’arte che celebrano in ogni angolo la Fede, papa Francesco ci invita ad una grande attenzione al mondo, alla sua storia ed a quanti si trovano a venire emarginati.E ci sono i temi dell’ambiente, sulla cura del Creato, sul rischio di trovarci di fronte ad una moda momentanea da sposare solo a parole.Ed occorre anche “vigilare” sulla “cultura dell’odio” che vede il riapparire di simboli nazisti.“Si riscontrano episodi purtroppo non isolati – ha fatto presente Papa Francesco nel corso dell’incontro tenuto con i penalisti lo scorso venerdì, – certamente bisognosi di un’analisi complessa, nei quali trovano sfogo i disagi sociali sia dei giovani sia degli adulti. Non è un caso che a volte ricompaiano emblemi e azioni tipiche del nazismo. Io vi confesso che quando sento qualche discorso di qualche responsabile del governo mi vengono in mente i discorsi di Hitler nel ’34 e nel ’36. Sono azioni tipiche” del nazismo che, “con le sue persecuzioni contro gli ebrei, gli zingari, le persone di orientamento omosessuale, rappresenta il modello negativo per eccellenza di cultura dello scarto e dell’odio”. Un tema, un pericolo che certo non impegna singoli settori della società ma ognuno di noi. Dal credente più convinto fino all’ateo, dal sacerdote all’agnostico. Per Francesco occorre vigilare per evitare ogni possibile compromesso anche con quello che si presuppone involontario riferito a queste degenerazioni. Sono questi i pilastri della Chiesa, della Fede verso i quali occorre non mostrare indulgenze. È poi l’arrivo di questa Domenica che ci fa domandare intimamente su come ciascuno si comporta di fronte ad un’altra delle contraddizioni verso le quali è facile cadere, le povertà. Di come ci comportiamo davanti al povero, davanti a quanti ci pongono delle domande impegnative. Francesco in questa giornata dedicata ai poveri del mondo, ci vuole spingere ad una ‘carità non ipocrita’, cioè “a dare a chi non ha da restituirci, a servire senza cercare ricompense e contraccambi”. I poveri infatti sono preziosi agli occhi di Dio proprio perché non parlano la lingua dell’io, ma hanno sempre bisogno di chi li sostenga, e proprio loro – aggiunge il Papa – ci ricordano che il Vangelo si vive come mendicanti protesi verso Dio.Sono i loro i portieri del Cielo, sono loro che ci rappresenteranno davanti agli occhi di Dio. Così: “Così provare fastidio quando li sentiamo bussare alle nostre porte, possiamo accogliere il loro grido di aiuto come una chiamata a uscire dal nostro io, ad accoglierli con lo stesso sguardo di amore che Dio ha per loro. Che bello se i poveri occupassero nel nostro cuore il posto che hanno nel cuore di Dio! Stando con i poveri, servendo i poveri, impariamo i gusti di Gesù, comprendiamo che cosa resta e che cosa passa”.E fra le soluzioni al nostro stesso male di vivere perennemente insoddisfatti ecco che arriva, semplice, tremendamente facile ed allo stesso tempo complessa: l’amore: “ I poveri ci facilitano l’accesso al Cielo: per questo il senso della fede del Popolo di Dio li ha visti come i portinai del Cielo. Già da ora sono il nostro tesoro, il tesoro della Chiesa. Ci dischiudono infatti la ricchezza che non invecchia mai, quella che congiunge terra e Cielo e per la quale vale veramente la pena vivere: l’amore”.Questo il Vangelo di Luca ( 21,5 – 19) che ha permesso al Santo Padre di far comprendere la forza della Parola di questa Lettura che possiamo considerare il pilastro su cui si regge la Chiesa: In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere