QUALCUNO E’ ANCORA COMUNISTA, CARO GIORGIO

Ideologicamente mi piace ancora chiamarmi “Comunista”, pur non essendo mai stato organico a nessun partito della sinistra e meno ancora disciplinato osservante dei dogmi marxiani. Una volta era facile essere comunista perchè esistevano le classi, si difendevano quelle più deboli e si marciava uniti ed orgogliosi come nel quadro di Pelizza da Volpedo senza paura di sbagliare direzione. Si poteva accapigliarsi sul blocco sovietico, sul brigatismo, sulla Cassa per il Mezzogiorno e persino sui sindacati ma la sfavillante luce del sol dell’avvenire illuminava e scaldava il terreno comune su cui tutti tenevamo i piedi ben piantati. Oggi si dice che le classi non esistano più ed è sostanzialmente vero, ma non perchè esse si siano fuse in un benessere più o meno generalizzato o perchè anche gli ultimi possano intravedere qualche prospettiva di riscatto sociale come i manovali ed i braccianti degli anni sessanta, è anzi vero il contrario.Le classi non esistono più perchè sono state frammentate in una miriade di interessi contrastanti e di posizionamenti contrapposti che più nulla hanno a che vedere con gli ideali primigenii. E’ così che un Comunista, un ex-estremista pacificato che oggi in Parlamento si potrebbe più o meno collocare al fianco di Fratoianni o di Fassina, per la proprietà transitiva si trova alleato di Zingaretti che è alleato con Di Maio che è alleato con Renzi che strizza l’occhio alla Carfagna e addirittura ad una ex sndacalista di estrema destra come la Polverini. E qualcuno trova strano che non si riesca a trovare una posizione comune su Ilva, ambiente o ius soli e che si sia uniti soltanto nell’ anti-fascioleghismo? E grazie al cazzo, scusate il francesismo.