COM’È DIFFICILE ESSERE CATTIVI

Com’è difficile essere cattivi al nostro tempo. Com’è più facile, semplice e naturale dispensare un sorriso, abbracciare un caro, avvicinare un forestiero. Quanta pena nel vederli, quanta compassione per quei volti tirati. Eppure in questo mondo che conta i suoi ultimi anni gli uomini, le donne trovano più naturale andare contro natura. Trovano facile accordarsi a chi professa l’indifferenza e le ignoranze. Trovano giusto seguire le grida, gonfiare il petto, riempirsi di cose, chiudersi nel proprio Paese, nella propria città. Nella propria casa ed infine nel proprio io, oscurando ogni raggio di sole. I padroni del mondo, tutti, vogliono nuovi muri, nuovi fili spinati. Offrono certezze, sicurezze, come hanno sempre fatto Raccontano dei diritti, della Fede ma le loro menti vorrebbero offrire solo nuove catene morali e materiali. Ed invece com’è bello stare insieme, dover rispettare l’altro, godere del bene e della bellezza. E proprio sulla “bellezza”, sulla sua forza, sono tre le frasi voglio riportare. Frasi del nostro recente passato che ci rappresentano bene per quella forza del bene che vince su tutto. La prima viene da un prete che in vita fu isolato, cacciato, offeso, odiato, minacciato, don Lorenzo Milani il parroco di quell’ospedale da campo fu la scuola di Barbiana. Sullo stupore, sulla bellezza, sul crescere assieme, sul dovere di contrastare l’odio è la paura ebbe a dire, in Lettera ad una professoressa : “Così abbiamo capito cos’è un’opera d’arte. E’ voler male a qualcuno o a qualcosa. Ripensarci sopra a lungo. Farsi aiutare dagli amici in un paziente lavoro di squadra. Pian piano viene fuori quello che di vero c’è sotto l’odio. Nasce l’opera d’arte: una mano tesa al nemico perchè cambi” E poi la frase di una ragazza, che oggi potrebbe essere benissimo figlia, sorella e madre per tutti noi, Anna Frank : “Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.Intanto debbo conservare intatto i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno ancora attuabili”Ed infine l’ultima parole che vogliamo attribuire, seguendo con gli occhi e con la mente le immagini, uno dei più bei dialoghi de I Cento passi.Di quel film che si è fatto opera d’arte sulla vita di una persona che si è immolata per la “bellezza”, Peppino Impastato: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro larassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». Si, è davvero difficile essere cattivi, cedere al male.