MARCELLO DELL’UTRI TORNA LIBERO. SCONTATA CONDANNA PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA

MARCELLO DELL’UTRI TORNA LIBERO. SCONTATA CONDANNA PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA

Era agli arresti domiciliari per motivi di salute, presso la Residenza Sagittario a Milano 2 dal 2018 ed è proprio li che ha ricevuto l’atto di scarcerazione, in quell’appartamento intestato a sua moglie, Miranda Ratti che attualmente è a Santo Domingo. I fotografi riescono a documentare l’uscita dei carabinieri che hanno consegnato dell’atto di scarcerazione dalla Residenza Sagittario di Milano 2 a Segrate, malgrado nessuno, né il custode, né altri inquilini abbiano fornito indicazioni su quale sia la residenza di Dell’Utri. In questa casa il 78enne ex senatore di Forza Italia ha finito di scontare la condanna a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. In realtà gli anni sono diventati poco più di cinque grazie alla liberazione anticipata. L’abitazione dove Marcello Dell’Utri ha terminato di scontare la sua pena è in una delle torri del complesso residenziale sorto per volere di Silvio Berlusconi negli anni ’70.In quegli anni Dell’Utri, ex manager di Publitalia, era uno stretto collaboratore proprio di Berlusconi, e con lui, una ventina d’anni più tardi avrebbe fondato Forza Italia. E’ uscito con l’auto dal garage e non ha rilasciato commenti.Al Corriere della Sera, ha raccontato della sua intenzione di prendere un’altra laurea. “Mi sono iscritto all’università di Bologna, facoltà di storia e letteratura italiana. Non si finisce mai di studiare. Ho un esame di letteratura che mi aspetta e devo immergermi in tre secoli di autori, storia, contesti, Seicento, Settecento e Ottocento, da Tasso a Verga”. Sempre ieri, nel pomeriggio, Marcello Dell’Utri si è recato allo studio dell’avvocato Centonze che cura la sua difesa nel processo d’Appello sulla “trattativa Stato-mafia”. Marcello Dell’Utri, nato a Palermo l’11 settembre 1941 è stato un politico, senatore per Il Popolo della Libertà e prima per Forza Italia.Ha subito una condanna a 7 anni di reclusione, per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ stato riconosciuto mediatore tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi.Nell’aprile 2018 gli è stata comminata una nuova condanna in primo grado a 12 anni di reclusione nel processo sulla trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra. È il 1994 e Marcello Dell’Utri viene iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa.Dopo due anni dall’avvio dell’inchiesta, il 26 novembre del 1996, comincia l’udienza preliminare: l’accusa è pesante: collusioni 30ennali con la mafia e gli viene contestato di avere garantito a Silvio Berlusconi la protezione da parte delle cosche. L’ex politico viene di consequenza rinviato a giudizio. Il processo di primo grado inizia il 5 novembre del 1997 e vedrà 253 udienze e oltre 270 testi. L’11 dicembre 2004 Dell’Utri viene condannato a 9 anni di carcere. Il processo di secondo grado parte nel 2006: viene riaperta l’istruttoria dibattimentale e la Corte sente – tra gli altri – il pentito Gaspare Spatuzza.Il collaboratore racconterà in aula le confidenze ricevute Giuseppe Graviano, il boss che, nel 1994, gli riferisce di “avere il Paese in mano, grazie ai suoi rapporti con Dell’Utri e Silvio Berlusconi”.Dopo 117 ore di camera di consiglio, Il 29 giugno 2010, la Corte condanna Dell’Utri a 7 anni, escludendo tuttavia che possa aver mantenuto rapporti coi clan negli anni successivi al 1992.La Cassazione però il 9 marzo del 2012 annulla con rinvio la sentenza ed evidenzia alcune lacune nella motivazione.La Corte d’appello di Palermo è chiamata a rivalutare le condotte dell’imputato tra il 1977 e il 1992. Passa in giudicato, invece, l’assoluzione per le accuse successive al 1992. Il 18 luglio del 2012 si apre un nuovo processo d’appello.Nello stesso giorno Dell’Utri apprende che i pm di Palermo lo stanno indagando per estorsione ai danni di Berlusconi.L’inchiesta sarà poi trasferita dalla Cassazione, per competenza, a Milano.Arriva una nuova condanna a sette anni per concorso in associazione mafiosa: i giudici credono che Dell’Utri non sia un semplice elemento di connessione, ma un vero e proprio “mediatore contrattuale” del patto di protezione tra Berlusconi e Cosa nostra. Marcello Dell’Utri è condannato in via definitiva dalla Cassazione, per concorso esterno in associazione mafiosa, Il 9 maggio 2014.Al momento della condanna si trova in Libano, perchè dal 16 aprile è in stato di detenzione in un ospedale di Beirut.Parte la richiesta di estradizione per Marcello Dell’Utri e il 24 maggio 2014 viene accolta dal Libano.Nelle motivazioni della sentenza, Dell’Utri è descritto come “il tramite dei pagamenti con i quali Berlusconi garantiva la sicurezza sua, dei suoi familiari e delle sue aziende”. Secondo la Cassazione Dell’Utri ha avuto “ininterrottamente rapporti con la mafia palermitana dal 1974 al 1992”. E’ il 13 giugno 2014 Marcello Dell’Utri in un’ambulanza, alle 15.45, entra nel carcere di via Burla di Parma, sotto la scorta di due auto della Polizia penitenziaria. Chiederà lo spostamento a Roma e l’8 maggio 2016 viene trasferito al carcere romano di Rebibbia, dopo il nulla osta della procura palermitana. Il regime di detenzione non cambia e resta di “alta sicurezza”. Nel 2016 gli avvocati di Marcello Dell’Utri fanno il primo tentativo di ottenere la scarcerazione per “precarie condizioni di salute”. L’istanza sarà rigettata dal tribunale di sorveglianza di Roma.Nel 2017 i legali presentano una nuova richiesta ma anche questa sarà bocciata. Il 9 dicembre 2017 Dell’Utri affida il suo appello agli avvocati e in una lettera scrive: “Non sono un uomo da graziare. Io sono un uomo da liberare almeno per curarsi”. metterà in atto come forma di protesta, lo sciopero del vitto, che durerà sei giorni, e quello delle terapie.Il 6 febbraio 2018 vengono depositate le motivazioni con cui i giudici del tribunale di Sorveglianza di Roma hanno ribadito il loro “no” alla richiesta di scarcerazione: “Pericolo di fuga e un quadro clinico con patologie che non appaiono in stato avanzato”.Miranda Ratti, moglie di Dell’Utri dichiarerà: “Bisogna vergognarsi di essere italiani”. Marcello Dell’Utri sarebbe legato anche alla trattativa Stato-Mafia.Ad affermarlo è la Corte d’Assise di Palermo, che il 20 aprile di quest’anno ha giudicato l’ex senatore: “cinghia di trasmissione” tra clan e pezzi di Stato dal 1993 in poi.Dell’Utri, in quell’occasione, venne condannato a 12 anni di reclusione insieme a Mario Mori, Antonio Subranni al boss Antonino Cinà, medico di Riina e uomo del papello. (L’elenco con le richieste di Totò Riina allo Stato per fare cessare le bombe). A ribadire il “no” alla scarcerazione ad aprile è la Corte europea dei diritti umani. Tre mesi dopo, il 6 luglio, i magistrati del tribunale di sorveglianza dispongono il differimento della condanna e concedono a Dell’Utri gli arresti domiciliari, anche se con l’imposizione di diverse restrizioni.Le condizioni di salute di Dell’Utri sono giudicate incompatibili col carcere: rischia la morte improvvisa per il deciso peggioramento della patologia cardiaca di cui soffre e le malattie che ha da anni non migliorano il quadro complessivo.A 77 anni Marcello Dell’Utri, sabato 7 luglio lascia Rebibbia per tornare a casa dove sconterà gli arresti domiciliari.