TAIWAN, “L’ISOLA CHE NON C’E”, OGGI AL VOTO

“Taiwan sarà sempre Taiwan”. L’unica nazione cinese ad eleggere il proprio leader direttamente, a suffragio universale, oggi torna al voto. In calo di consensi – per via di una serie di riforme impopolari ma necessarie – dopo l’esplosione delle proteste ad Hong Kong (che ha sin dall’inizio pubblicamente appoggiato, ribadendo che Taiwan non accetterà mai i principi di “una sola Cina” e di “un Paese due sistemi”) la signora Tsai Ing-wen, leader del DPP (Partito Democratico Progressista) e presidente uscente, ha recuperato un ritardo che sembrava incolmabile ed è ora nettamente favorita.Ma non si sa mai, sappiamo tutti che i sondaggi spesso non ci …azzeccano e una sorpresa è sempre possibile. Giovedì sera, al comizio di chiusura del “trumpino” locale, il candidato del Kuomintang, Han Kuo-yu, c’erano oltre un milione di persone, e negli ultimi giorni i sondaggi lo danno di nuovo in risalita.Quello che va sicuramente detto è che Taiwan – nonostante l’emarginazione internazionale di cui è sempre più vittima (oramai solo una quindicina di stati lo riconoscono) è un paese meraviglioso, con un altissimo livello di vita, ed istituzioni democratiche solide e condivise. E’ il primo paese asiatico ad aver legalizzato i matrimoni tra lo stesso sesso e ad aver “aperto” al variegato mondo LGBT al punto da aver nominato un ministro transgender: Audrey Tang (digitalizzazione). Insomma, un modello di società che andrebbe conosciuto ed “esportato”, anziché, come purtroppo sempre di più avviene, emarginato. Al punto di far finta….che non c’è.