CHIEDERE SCUSA? UN TRUCCHETTO DA CAMPAGNA ELETTORALE

La7. Giletti e Salvini. Grande morbidezza, ma su un punto non è tecnicamente possibile sorvolare: l’immonda gogna mediatica ai danni di un ragazzo di 21 anni, Sergio. Giletti fa allora la domanda. Salvini, incredibilmente, ha già la risposta prontissima: “È stato un errore”, dice. Poi, senza neanche nominare il ragazzo, e senza neanche prendere fiato, usa la dislessia di Sergio per riattaccare con la campagna elettorale. Di più: attacca anche il governo, promette assessorati. E poi si sbriga a chiudere l’argomento. Ecco. Capito allora come funzionano i suoi trucchi? Oggi aveva bisogno dei titoli di giornale: “Salvini chiede scusa”. Ma lui, in realtà, non voleva scusarsi. Quindi ecco il trucco: parlo di “errore”. Ma non mio. Rimane lì, generico. Di chissà chi. Non chiedo direttamente scusa. Non rimuovo neanche il video, che è ancora lì sui social. Ma anzi, già che ci sono, sfrutto la vicenda a mio vantaggio e la strumentalizzo per attaccare gli avversari. Risultato? Stamani i giornali parlano di Salvini che chiede scusa. E così qualcuno che non ha visto la diretta ci crederà davvero. Ma noi no. Noi che l’abbiamo vista sappiamo che non è stato così. E vogliamo dirlo chiaro e forte perché questi trucchi, i suoi trucchi, vanno smascherati. E tu, caro Matteo, devi essere inchiodato alle tue responsabilità. Che anche stavolta hai provato a scaricare.