RESISTENZA, CON IL SALE ED UN SEGNO DI LUCE

RESISTENZA, CON IL SALE ED UN SEGNO DI LUCE

Questa giornata, nella riflessione sul Vangelo della domenica ci riporta a ponderare su due cose apparentemente semplici, oggi così banali: il sale e la luce.Chi oggi considera nel loro giusto valore queste due cose che sono così alla portata di tutti ?Un tempo la luce ed il sale erano simbolo di potere, di potenza infinita.La possibilità di conservare gli alimenti, la possibilità di vincere il buio con una semplice candela, con un poco di olio ed uno stoppino, erano simbolo di ricchezza assolutaOggi il progresso, la crescita anche nelle parti più povere del mondo, ce fa vedere il sale e la luce ormai alla portata di tutti.E proprio il Santo Padre, davanti ai fedeli raccolti in piazza San Pietro ce li presenta di nuovo, per portarci, vicino al cuore, il loro altissimo valore simbolico.Si parte dal sale da quelle gemme che esaltano il sapore e preservano la carne dalla corruzione del tempo:“Il discepolo è dunque chiamato a tenere lontani dalla società i pericoli, i germi corrosivi che inquinano la vita delle persone. Si tratta di resistere al degrado morale, al peccato, testimoniando i valori dell’onestà e della fraternità, senza cedere alle lusinghe mondane dell’arrivismo, del potere, della ricchezza”, dice Papa Francesco.E qui arriva l’invito a tutti noi a farci sale, “nonostante i fallimenti quotidiani”, a rialzarci malgrado le sconfitte, a ripartire con pazienza da capo.E’ sale, ancora ci ricorda il Papa, chi non desidera consenso e plauso ma, fedele agli insegnamenti di Cristo che non è venuto per essere servito ma per servire, si sforza di essere “una presenza umile e costruttiva”.Compito complesso che non è senza rischi o criticità, ma possibile.E poi c’è la luce, la sua potenza che disperde le tenebre: “Il discepolo di Gesù è luce quando sa vivere la propria fede al di fuori di spazi ristretti, quando contribuisce a eliminare i pregiudizi, le calunnie, e a far entrare la luce della verità nelle situazioni viziate dall’ipocrisia e dalla menzogna”.Due doni da saper conoscere e saper far crescere: “Di fronte alla violenza, all’ingiustizia, e all’oppressione, il cristiano non può chiudersi in sé stesso o nascondersi nella sicurezza del proprio recinto; anche la Chiesa non può chiudersi in sé stessa, non può abbandonare la sua missione di evangelizzazione e di servizio. Gesù, nell’Ultima Cena, chiese al Padre di non togliere i discepoli dal mondo, di lasciarceli, lì, nel mondo, ma di custodirli dallo spirito del mondo. La Chiesa si spende con generosità e tenerezza per i piccoli e i poveri: questo non è lo spirito del mondo, questo è la sua luce e il sale; la Chiesa ascolta il grido degli ultimi e degli esclusi, perché è consapevole di essere una comunità pellegrina chiamata a prolungare nella storia la presenza salvifica di Gesù Cristo”.Occorre fare resistenza di tutto ciò, con le “armi” del bene e della conoscenza.Non ci sono mezzi termini, non ci sono “ma”, non ci sono “se” e gli esempi sono in mezzo a noi. Basta saper vedere, basta saper aprire un poco gli occhi ed il cuore.