ARRESTI ECCELLENTI A REGGIO CALABRIA. TREMA LA POLITICA REGIONALE

ARRESTI ECCELLENTI A REGGIO CALABRIA. TREMA LA POLITICA REGIONALE

Operazione Eyphemos a Reggio Calabria contro la ‘ndrangheta. Sessantacinque ordinanze di custodia cautelare, alcune eseguite in carcere, altre hanno raggiunto persone in tutta Italia e persino in Australia. Coinvolto anche un senatore di Forza Italia, l’On.le Siclari per il quale è stata chiesta dalla DdA di Reggio Calabria l’autorizzazione a procedere al Senato. Nell’inchiesta sono finiti uomini politici e ‘ndranghitisti appartenenti a consorterie radicate nel territorio aspromontano di Sant Eufemia d’Aspromonte. Collegamenti stretti con la potente consorteria criminale degli Alvaro di Sinopoli. Un intreccio emerso dalle investigazioni tra attività politica, voto di scambio, favori , riti di affiliazione e composizione delle liti secondo regole e precetti mafiosi. A una settimana dalla proclamazione degli eletti dopo le regionali, in Calabria saltano alcuni uomini che hanno ottenuto un riconoscimento con più di ottomila voti. È il caso dell’eletto nelle fila di Fratelli d’Italia , Creazzo Domenico , attuale sindaco, con una coalizione di centro sinistra, al comune di Sant’ Eufemia. L’accusa nei suoi confronti sarebbe “accordo relativo ad uno scambio elettorale politico-mafioso”. Voti per essere eletto in cambio di favori da parte della potente cosca ‘ndranghitista. Intermediario nei rapporti sarebbe , secondo l’impianto accusatorio, il fratello del consigliere eletto. Ordinanza di custodia cautelare anche per il vicesindaco e il dirigente dell’ufficio tecnico e anche per un esponente dell’ opposizione. Molte le ordinanze eseguite in carcere nei confronti di esponenti della ‘ndrina locale. Ramificazioni in Lombardia e persino in Australia. Al senatore di Forza Italia, Siclari, viene contestato lo scambio elettorale politico – mafioso. Avrebbe offerto favori politici in cambio di voti sicuri. Avrebbe favorito il trasferimento dalla Lombardia a Messina, in un posto pare creato ad hoc, della moglie di un sodale della famiglia mafiosa. Ad alcuni degli indagati viene ascritto ancheil delitto di fabbricazione e detenzione di materiale esplodente, essi avrebbero realizzato un ordigno esplosivo, che intendevano utilizzare per determinare l’esplosione di un immobile confiscato alla mafia. L’azione avrebbe dovuto avere una valenza dimostrativa perché l’immobile era destinato ad ospitare i nuovi uffici del Commissariato di P.S. Il procuratore capo di Reggio Calabria, dott. Bombardieri promette ulteriori sviluppi su una vicenda che menoma la maggioranza del governo regionale risultata vincitrice dalle urne ancor prima che una giunta, ancora non nominata, cominci ad operare.