EX ILVA:PAGHIAMO L’INCOMPETENZA

Il 6 settembre 2019, save the date.L’ex Ilva, oggi proprietà del più grande gruppo dell’acciaio, potrebbe chiudere come Bagnoli. Ed ancora una volta l’Italia darebbe conto della sua pochezza a gestire politiche industriali. Un governo, messo lì a furor di popolo per annegare migranti, ammazzare ladruncoli ed essere mantenuto senza creare lavoro, ha blindato con clausole contrattuali il diritto della azienda, non quello della bonifica. L’esecutivo non sa cosa sia il capitalismo, ha creato le condizioni perché, ancora una volta, nel contesto internazionale economico, noi riusciamo a distruggere quello che abbiamo.Ha creato le condizioni perché, se nulla cambiasse entro il 6 settembre, non vi sia più, a realizzare i lavori di bonifica, un grande gruppo siderurgico che ha l’interesse economico e strategico, le competenze tecnologiche e la forza finanziaria per farlo. E, in questi casi, senza intervento pubbico, in Italia quando non c’è l’impresa sai come inizi e, purtroppo, sai già come finisci: come Bagnoli. Una specificazione molto precisa. Dettagliata. Arcelor Mittal può recedere dal contratto di affitto – preliminare alla vendita – in tutta una serie di ipotesi. Già il contratto d’affitto con obbligo di acquisto di rami d’azienda, siglato il 28 giugno 2017, era abbastanza nitido. Ma l’accordo di modifica del contratto, che risale al 14 settembre 2018, è ancora più chiaro e a favore della azienda. Art. 27- Retrocessione dei rami di azienda. «Nel caso in cui con sentenza definitiva o con sentenza esecutiva (sebbene non definitiva) non sospesa negli effetti, ovvero con decreto del Presidente della Repubblica anch’esso non sospeso negli effetti, ovvero con o per effetto di un provvedimento legislativo o amministrativo non derivante da obblighi comunitari,sia disposto l’annullamento integrale del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 settembre 2017 adottato ai sensi dell’art. 1, comma 8.1, del D.L. 191/2015, ovvero nel caso in cui ne sia disposto l’annullamento in parte qua tale da rendere impossibile l’esercizio dello stabilimento di Taranto (anche in conseguenza dell’impossibilità, a quel momento di adempiere ad una o più prescrizioni da attuare, ovvero della impossibilità di adempiervi nei nuovi termini come risultanti dall’annullamento in parte qua), l’Affittuario ha diritto di recedere dal contratto>> In soldoni: l’affittuario può rescindere il contratto se cambia il quadro giuridico che rappresenta il contesto in cui si è svolta l’asta. E chiedere i danni allo Stato. BASTAVA UN BUON AVVOCATO DI DIRITTO DEL LAVORO CHE SPIEGASSE AD UN BIBITARO CHE SIGNIFICAVA. MA L’AVVOCATO DEL TRIO DELL’ASSURDO ERA IMPEGNATO A FARE IL PIACIONE CON MERKEL (ci penso io a quei due…) Intanto la magistratura ha emesso ordinanza di chiusura della torre 2. Una domanda sorge spontanea: ma che fine ha fatto il fondo di investimento per la Bonifica?