PETROLIO SOTTO ZERO, CHIAMALE SE VUOI EMOZIONI

Il barile di petrolio è sceso da 20 dollari a -37 dollari, cioè 37 dollari sotto zero. Non era mai avvenuto nella Storia. Un evento epocale. Tecnicamente, la caduta nei consumi ha fatto sì che i compratori siano costretti a stoccare nei silos. E poiché lo stoccaggio ha costi che ormai superano il valore del greggio, ora chi produce deve rimborsare al compratore i costi di stoccaggio oppure non vendere e tenersi l’inutile liquido nero. Per quanto mi riguarda, gioisco enormemente di questa situazione. È una rivincita. In cuor mio l’aspettavo dagli anni ’70, quando in Italia eravamo costretti alle domeniche a piedi perché il paese non aveva i soldi per comprare l’oro nero. Mettere benzina nei serbatoi delle auto significava pompare soldi nelle borse degli sceicchi. È stato un cruccio vedere i popoli occidentali industriarsi, lavorare, realizzare conquiste sociali, industriali, scientifiche e pagare tasse altissime, mentre popoli senza merito vivevano da nababbi alle nostre spalle, senza alcuna fatica. Mi spiace francamente per Paesi come Algeria, Venezuela, Russia, che sono in larga parte dipendenti dal petrolio benché non solo dal petrolio. Ma la gioia di vedere gli sceicchi sauditi, emiratini e kuwaitiani alla canna del gas è immensa. Certo, passata la pandemia i consumi energetici riprenderanno e le quotazioni del greggio saliranno. Ma la ripresa credo che sarà lenta e il prezzo, spero, non crescerà in fretta. Qualunque economista mi spiegherebbe che un prezzo basso del greggio è un male per l’economia globale. Ma ciò nonostante, mi auguro che il petrolio sotto zero duri a lungo. Chiamale, se vuoi, emozioni.