CI SONO ULTIMI E ULTIMI. FA L’ELEMOSINA MA SOLO AGLI ITALIANI

Siamo a Venezia, don Gino Cicutto a capo della collaborazione pastorale di San Nicolò e San Marco a Mira, apre come di consueto la cassetta delle offerte Caritas, all’interno trova una busta. C’è un offerta ma il biglietto che l’accompagna lo lascia profondamente amareggiato: “Pro anziani, malati, al freddo o alla fame, italiani da sempre, in primis! Gli stranieri per ultimi!”“Quanto era scritto sulla busta, mi ha profondamente amareggiato e umiliato. Queste parole ripropongono slogan che siamo abituati a sentire, ma non hanno niente a che fare con la fede e la vita cristiana che considera i più poveri tra i primi, senza guardare il colore della pelle o la provenienza…..la persona che ha scritto queste parole deve interrogarsi seriamente sul suo essere cristiano, e se non è d’accordo su quello che è la vera carità, può passare per la canonica a riprendersi la sua ‘offerta’. Eventualmente può consegnarla a chi la pensa come lui, ma non deporla davanti al Signore”.Poche parole, ma dure e sentite. Stiamo assistendo ad una guerra fra poveri senza precedenti. Storditi e confusi da racconti e bugie, si è insinuato nell’animo di molti il terrore che l’arrivo di questi immigrati, possa sconvolgere, impoverire e mettere in pericolo il nostro futuro. Anche solo incrociarli per strada può essere causa di minacce, aggressioni, violenza e così pian piano sono diventati “gli ultimi fra gli ultimi”, quelli a cui non è importante pensare, offrire una speranza, un aiuto, un futuro. Siamo arrivati a credere che ci siano due file, quella dei buoni e quella dei cattivi e siamo tanto presuntuosi da voler anche decidere in quale fila collocarli.Non siamo migliori di quanti, in un lager, decidevano chi portare al forno crematorio o chi destinare ai lavori forzati. Sento spesso ripetere la frase “Ma prima dobbiamo pensare ai nostri figli”, ecco forse il problema è tutto lì: “Chi sono i nostri figli? quelli che abbiamo generato, concepito, partorito? E gli altri, non sono anche loro nostri figli? E prima di ogni cosa, non siamo tutti figli di Dio?”Se Lui facesse la stessa cosa con noi, se lui ci dividesse fra bianchi e neri, alti e brutti, bassi e belli, ci sembrerebbe un’ingiustizia, una cattiveria e forse alcuni di noi si affannerebbero per conquistare un posto nella fila giusta…altri si allontanerebbero nel dolore della solitudine…altri ancora diventerebbero rabbiosi, violenti, contro un Dio che li considera “ultimi”.Forse è arrivato il momento di ricordare che tutti, ma proprio tutti, su questa terra, siamo solo ospiti di passaggio, siamo viandanti alla ricerca di un senso, di un sorriso. Non siamo proprietari di nulla e non abbiamo alcun diritto da impugnare e da far valere. Se cerchiamo la felicità, ricordiamoci che ottenendola calpestando gli altri, dimenticandoli o relegandoli in un cantuccio, non produrrà il risultato sperato piuttosto un giorno potrebbe far trovare proprio noi, lì “ultimi” nella fila del Signore e sarebbe poi per sempre.