CAMPIONATO CON GARBO. JUVENTUS SENZA CR7 E NAPOLI SENZA SARRI, UN PRIMATO CHE SA D’ANTICO

Toh, chi si rivede in vetta alla serie A: Juventus e Napoli, appaiate momentaneamente dalla Spal, che si sta godendo il suo quarto d’ora di celebrità. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Ma non è esattamente così.La Juventus vince anche senza il suo acquisto più celebrato. Brutto segno (per le avversarie) perché cosa succederà quando Cristiano Ronaldo giocherà da Cristiano Ronaldo ? Contro la Lazio la squadra di Allegri è sempre in controllo della partita e rischia pochissimo. Il gioco magari fa storcere il naso agli esteti, ma rimane la sensazione di una varietà di soluzioni, tra campo e panchina, che le altre neppure si sognano. Insomma abbiamo l’impressione che questa squadra possa solo migliorare.Capitolo CR7: è il caso di preoccuparsi perché, per il momento, il rendimento è quello di un giocatore “normale” e non del fuoriclasse che è ? Diremmo di no. Non appena si alzerà il livello e comincerà a suonare la musichetta della Champions League, state tranquilli che Cristiano tornerà devastante e decisivo. Anche se il ragazzo di Madeira sta toccando con mano che le difese italiane sono meglio organizzate di quelle spagnole, più “disponibili” a concedergli praterie nelle quali scatenava il suo turbo e seminava il panico. Forse tutti si attendevano tutto e subito, ma anche un extra terrestre come lui è, in fondo, un uomo. Ed esaltarlo, come fanno certi colleghi, anche quando non riesce a trovare la via del gol, non sembra il modo migliore per attendere la sua esplosione, che prima o poi arriverà.La Lazio non ha giocato male, del resto le succede raramente, ma non è stata quasi mai pericolosa. Imbottita di centrocampisti, la squadra di Simone Inzaghi in fase di possesso è bella e spigliata, ma poi si perde al momento di concretizzare. Ciro Immobile – e ormai col mercato chiuso, almeno fino a gennaio, non c’è rimedio – è abbandonato a se stesso e stritolato dai vecchi marpioni della difesa juventina. Stupisce che un Direttore Sportivo bravo come Tare non abbia saputo cogliere questo che rischia di diventare il vero punto debole di una squadra ricca di talento. A meno che, come sostiene qualche tifoso laziale, il disegno di Lotito non sia proprio quello di arrivare vicino alla zona Champions League, ma di non prendere il volo per l’Europa dei grandi. Volo già mancato all’ultima giornata dello scorso campionato.Lassù, in vetta, c’è anche il Napoli, che molti (anche noi, per la verità) ritenevano indebolito dalla partenza di Sarri e dal mancato arrivo del “top player”. Invece il “crack” del mercato di De Laurentiis, impegnato in questi giorni in una polemica piena di colpi bassi col sindaco De Magistris, sembra proprio Carlo Ancelotti. Il tecnico emiliano è riuscito a vincere in rimonta già due partite delicate contro Lazio e Milan. Molto complicata quella del San Paolo contro i rossoneri in vantaggio di due gol a inizio ripresa. Lì Ancelotti ha dimostrato coraggio e duttilità tattica, operando cambi mirati, rivoltando la squadra come un calzino e passando attraverso tre moduli diversi. Coraggio e fortuna, come ha riconosciuto onestamente il tecnico di Reggiolo a fine partita. Ma si è vista la differenza con Sarri, che è sempre stato fedelissimo al suo modulo prediletto, quel 4-3-3 che ha regalato il record di punti, 91, un quasi scudetto e tanto spettacolo.Ancelotti è più elastico, più pragmatico, meno integralista, se ci passate il termine. Anche se non è il caso di beatificarlo dopo appena due giornate. Carlo sa benissimo che arriveranno momenti difficili e che il suo organico non è all’altezza di quello della Juventus. Ma intanto può lavorare con la tranquillità e l’entusiasmo che gli derivano da una partenza migliore di quanto il precampionato e il calendario facessero ipotizzare.Il Milan è stato squadra, ordinato e lucido, per oltre un’ora, poi si è squagliato sotto le folate del Napoli. Gattuso dovrà capire cosa sia successo. E dovrà capire anche se Donnarumma sia davvero così intoccabile, visto che quando gli tirano da lontano dà spesso la sensazione di essere in ritardo.La Roma strappa un pareggio contro l’Atalanta, che sembrava scesa in campo all’Olimpico con la testa al ritorno del preliminare di Europa League in programma giovedì prossimo a Copenaghen, e invece ha impartito nel primo tempo un’autentica lezione di calcio ai giallorossi. Gasperini aveva messo in campo un formazione imbottita di panchinari, che sembrava consegnarsi subito alla Roma, in gol dopo un minuto con una magia di Pastore. E invece da lì in avanti è stata solo Atalanta, che ha messo sotto la squadra di Di Francesco in ogni zona del campo, segnando tre gol ma mancandone almeno altrettanti. I bergamaschi andavano a velocità doppia, al punto da fare sembrare la Roma una squadra di categoria inferiore. Poi nella ripresa qualche cambio con gli inserimenti di Kluivert e Nzonzi e un nuovo atteggiamento hanno consentito alle Roma di agguantare il pareggio e sfiorare addirittura il gol partita. Ma per Di Francesco c’è davvero molto da lavorare.L’Inter era attesa a una reazione, dopo l’inopinata sconfitta all’esordio col Sassuolo. La reazione in effetti c’è stata, ma è durata soltanto un tempo, il primo. Spalletti ha ridisegnato la squadra con la difesa e tre e due trequartisti, Perisic e Politano, alle spalle di Icardi. E per 45 minuti si è vista un’Inter brillante, lucida, padrona assoluta del campo e della partita. Cosa sia accaduto durante l’intervallo (soprattutto nelle teste dei giocatori) è uno dei tanti misteri del calcio, sport facile e difficilissimo allo stesso tempo. E’ come se qualcuno avesse spento l’interruttore e tolto l’alimentazione. E ovviamente non può bastare l’assenza di Nainggolan a spiegare tutto, anche perché nel primo tempo il belga non c’era e la squadra è andata benissimo. Nella ripresa il Torino si è presentato in campo con un atteggiamento più propositivo, mentre l’Inter si è afflosciata come un salvagente bucato. Ora, è difficile pensare che si tratti di un problema atletico, più probabile che la squadra sia andata in confusione e non ci abbia capito più niente. Perché ? E’ quello che dovrà cercare di capire Spalletti, finito inevitabilmente nel mirino dei tifosi. Il tecnico toscano nel dopo partita si è incartato nella solita analisi fumosa che dimostra come forse anche lui ci stia capendo poco. Qualcuno comincia già a vedere il fantasma di Antonio Conte appollaiato sulla panchina di Spalletti, che appena pochi giorni fa ha allungato il contratto al giugno 2021. A dimostrazione del fatto che la società crede nel suo lavoro, nonostante i 5 punti di ritardo dalla Juventus dopo sole due giornate. Ma ora tocca a lui dare una sterzata, prima che l’Inter finisca fuori strada rischiando di distruggere una macchina costruita per lottare per le prime piazze.Da segnalare in ordine sparso: la violenza con cui la Fiorentina ha spazzato via il Chievo, uno dei più seri candidati alla serie B, e il primo posto della Spal, grazie a due vittorie nei derby emiliani con Bologna e Parma.Bene anche Udinese e Sassuolo. Triste il pareggio senza reti e senza pubblico di Frosinone e Bologna sul neutro di Torino. E c’è chi continua a volere la serie A a 20 squadre… 1) L’acrobatica sforbiciata di Bonaventura su cross di Borini per l’1 a 0 del Milan al San Paolo è degna del miglior Cristiano Ronaldo.2) Pjanic firma il vantaggio juventino con un preziosismo da grande giocatore, un destro al volo di esterno collo sulla respinta della difesa laziale sul quale Strakosha non può fare nulla.3) Girata perfetta di Antenucci su cross dalla destra per il gol partita della Spal contro il Parma. E’ un gol che vale il primo posto in classifica dopo 59 anni.