BRUCIARE ALLA PRIMA VOTAZIONE MARINI. E VOTARE RODOTA’ DALLA QUARTA

Nella corsa alla Presidenza della Repubblica, gli scenari si rincorrono. Ma una cosa è certa: tra poche ore o tra qualche giorno capiremo quale strada prenderà il nostro Paese. Prima ipotesi: sinceramente quella che prediligiamo. Bersani non è uno stupido, né ha intenzione di passare alla storia come il Segretario che decreta la fine del più grande partito della sinistra italiana. Da questa premessa discende che il nome di Marini, come candidato Presidente della Repubblica, è solo il primo nome, da bruciare dopo le prime tre votazioni. Bersani ha, al momento, due problemi da risolvere. Uno relativo alla formazione del Governo. L’altro, interno al partito: mantenere in minoranza Renzi. Ha solo una via per ottenere, in un colpo solo, entrambi i risultati: votare il candidato proposto da Grillo, il Professor Rodotà. Infatti, con questa mossa, da un lato aprirebbe la strada ad un discorso serio di collaborazione colMovimento 5 stelle, come ammesso apertamente ieri da Grillo. D’altra parte, chiudendo un accordo politico con i grillini, metterebbe Renzi all’angolo delPartito Democraticoavendo, più volte, il Sindaco di Firenze criticato il Segretario per questa sua rincorsa ai pentastellati. Ma se nascesse il Governo Bersani, grazie proprio ai 5 stelle, la linea Renzi sarebbe battuta sul campo. Il voto a Rodotà avrebbe, anche, altri effetti minori, o almeno definiamoli tali. Intanto segnerebbe l’ultima sconfitta politica, quella definitiva, del Cavaliere. Al contrario, un accordo col PDL avrebbe l’ effetto di rimettere in gioco un partito, ed il suo leader, ora fuori gioco. Ed ultimo, e non secondario effetto, avvierebbe un cambiamento nella vita politica, i cui effetti sono difficilmente prevedibili, ma di sicuro salvifici. E poiché pensiamo che Bersani sia davvero interessato al cambiamento, non lo crediamo insensibile a questo ulteriore effetto. Seconda ipotesi: Bersani non ha minimamente a cuore il cambiamento, nè il bene dell’Italia, nè il futuro del suo partito. Risultato, domani, entro la seconda votazione, avremoFranco MariniPresidente della Repubblica. Effetti secondari di questa ipotesi sarebbero la scomparsa del PD, la morte dell’alleanza tra PD e SEL ( oggiVendolaè stato molto chiaro sul punto), una vittoria del tutto inaspettata per il PDL, partito, al momento, ai margini della vita politica. Sinceramente non pensiamo che Bersani sia davvero così miope politicamente. Dunque il nome di Marini deve essere, per forza, un nome fatto solo per le prime votazioni, e destinato ad essere bruciato. Un nome buono per dimostrare la volontà del PD di trovare una soluzione condivisa con la maggior parte dei partiti in Parlamento. Ma è un nome che sarebbe impallinato dei franchi tiratori, nelle prime tre votazioni. Dalla quarta, poi, i voti della sinistra confluirebbero su quello di Rodotà, e già venerdì sera il giurista potrebbe essere eletto. D’altra parte si sa che chi entra papa, esce cardinale. Massima, questa, ancora più vera con chi inizia come futuro Presidente, e di solito, esce come grigio parlamentare. Potremmo sbagliare, ma non crediamo che il PD voglia perdere questa occasione storica. Se, invece, dovessimo sbagliarci, la storia politica dei prossimi anni sarebbe molto diversa da quella che al momento si prospetta. PUBBLICATO IL 18 APRILE 2013. ORE 00.15.