LE PIAZZE NELLA COSTITUZIONE

LE PIAZZE NELLA COSTITUZIONE

ART. 21 COSTITUZIONE: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione… Il bello delle piazze era che ci andavi per rivendicare un diritto, per combattere una posizione ritenuta sbagliata dalla politica o dalle controparti datoriali.Non c’erano buoni e cattivi, ma visioni divergenti e nessuno avrebbe mai immaginato di dare etichette caratteriali e, lontano da ogni logica, religiose.C’erano servizi d’ordine, polizia e carabinieri erano presenti solo per evitare scontri, spesso in sinergia con chi dalle strutture vigilava, erano gli stessi partecipanti che isolavano chi cercava un pretesto per rendersi diversamente e negativamente protagonista.Poi sono iniziati gli stucchevoli conteggi, da una parte o dall’altra, questura, da quel momento non contavano più le motivazioni, ma in quanti le supportavano, non più persone con il loro orgoglio, con le loro idee, con il loro sacrificio nel presenziare ad una manifestazione condivisa, semplici numeri.Non contenti si è arrivati alle sempre più stringenti limitazioni, date, orari, percorsi, come se fosse una gita turistica, qualcosa che allontanava sempre di più la voglia di partecipare. Lo so che molti cittadini sono infastiditi da questo esercizio democratico, lo vivi sulla pelle quando passi davanti ai loro sguardi annoiati o con un risolino di compassione, senza contare gli automobilisti costretti a percorsi alternativi che ti strombazzavano e mandavano a quel paese.Insomma oggi chi manifesta è il fastidio, gli altri sono quelli che ti tollerano, perché spesso dimenticano che il loro benessere o comunque il loro più semplice diritto nasce da chi ha lottato in altri tempi anche con scontri pesanti e violenti.Erano piazze e cortei che si rivolgevano ad una controparte attenta al messaggio che li animava ed intelligentemente si cercava un compromesso, una mediazione, in breve il primo vero ruolo della politica e del sindacato.Si evitava il confronto o scontro tra due posizioni contrastanti, lo stesso giorno e nello stesso luogo, proprio per evitare incidenti seri e controproducenti, ciò che invece oggi sembra cercato e provocato.Chi oggi decide di aderire a qualcosa viene marchiato, identificato con una definizione netta e spesso spregevole, tutto sembra architettato per generare problemi, si viene schedati e fermati se si ha un messaggio scritto, qualsiasi esso sia che ti posiziona da una parte o dall’altra.Chi non è abituato a tutto questo probabilmente è annoiato nel leggere di scontri, non si appassiona, non si schiera, non si preoccupa del fatto che spesso tutto succede anche per i suoi interessi, cambia canale, scivola col dito più in basso.Il “grande fratello” sta vincendo è riuscito senza grandi attacchi violenti ad annichilire gli strumenti di partecipazione democratica, è stato semplice è bastato catalogare, convincere le masse facendo passare il messaggio che sei dalla parte giusta se non ti schieri, se non partecipi con l’attivismo, anzi l’invito è ridicolizzarli, quando va bene, nel mondo virtuale a completa disposizione di tutti, magari anche con messaggi del tipo “andate a lavorare”, “vi spaccassero la testa con i manganelli”, “siete dei parassiti”… tutte cose che si possono leggere sotto le decine di video in rete.Ecco quando si arriva a questo punto significa che è finita, che si è dato in mano ogni più piccola idea a chi si è deciso, con un semplice tratto di matita, di delegare la propria vita e quella degli altri, presente e futura.