COSA STA SUCCEDENDO IN LIBANO, PERCHÉ DOBBIAMO SMETTERLA CON I RAGIONAMENTI BINARI E CON IL MENO PEGGIO

COSA STA SUCCEDENDO IN LIBANO, PERCHÉ DOBBIAMO SMETTERLA CON I RAGIONAMENTI BINARI E CON IL MENO PEGGIO

In Libano da settimane va avanti una fortissima protesta popolare contro l’aumento del costo della vita. Come già in Ecuador, Cile, Algeria etc, la protesta ha avuto una prima, parziale vittoria: il Premier Hariri si è dimesso! (Ricordiamocelo in Italia: mobilitarsi, scendere in piazza, serve!) Ovviamente la situazione è complessa: come accade ormai ovunque, in queste proteste non c’è un chiaro progetto politico e non esistono organizzazioni socialiste/comuniste in grado di rappresentare la piazza. Inoltre i sostenitori di Hezbollah, il partito sciita che nella testa di alcuni “compagni binari” rappresenta chissà quale organizzazione rivoluzionaria, ieri è andato con bastoni e cazzotti a sgomberare i manifestanti accampati (esattamente la stessa cosa che facevano gli sgherri dei regimi arabi durante le primavere e che da noi fanno i fascisti). Per la prima volta da tempo la divisione della popolazione libanese non si dà su base religiosa ma su base di classe: basso contro alto. E come reagisce Hezbollah? Difendendo questo governo, perché dentro ha ministeri, potere, soldi. Ma il Sud del Libano, gestito da Hezbollah da anni, non sta meglio del resto del paese. Chiaro che risentono della crisi dell’Iran, sotto sanzioni. Meno fondi per Hezbollah vuol dire meno distribuzione per la “sua” popolazione. Ecco perché la gente è in piazza anche al Sud. Di fatto Hezbollah agisce in maniera reazionaria, difendendo uno status quo settario e feudale, mentre i giovani, le donne, e parte consistente delle classi popolari vogliono cambiarlo. Chiaramente Hezbollah giustifica la repressione dicendo che se cade il governo si indebolisce la resistenza del “Partito di Dio” a tutto vantaggio di Israele. Al di là che è vero fino ad un certo punto, l’unità interna, come dimostra Cuba, si costruisce solo se si è in grado di dare soluzioni ai problemi popolari. Altrimenti alla lunga crolli uguale, lasciando però una scia di sangue dietro di te… Hezbollah si comporta come Hamas di fronte all’insorgenza dei giovani palestinesi nel 2011, come Assad in Siria, come tutti gli altri governanti che non sono in grado di dare risposte perché intendono mantenere un sistema basato su divisioni e privilegi, ma che usano il “nemico esterno” per compattare l’interno e schiacciare le rivolte di chi chiede più libertà e giustizia sociale. E’ sempre la stessa storia: la si è vista a Berlino nel 1953, in Ungheria nel 1956, a Praga 1968 e via continuando… Tutto dovrebbe rimanere così com’è, perché se cambia è un rischio. Ma questa è proprio l’essenza del pensiero reazionario. Con il criterio che “se ti ribelli fai il gioco dei nemici del paese” non ci sarebbe dovuta essere la Rivoluzione Francese perché sarebbe stata un regalo per gli Inglesi, non ci sarebbe dovuta essere la Rivoluzione Russa perché era un regalo all’imperialismo tedesco etc etc. Per fortuna che la gente se ne fotte di questa “intelligenza della sottomissione” e continua a scendere in piazza per avere giustizia! PS: se volete seguire la situazione, consiglio gli articoli di Roberto Prinzi e il lavoro di Nena NewsAgency! PPS: mi vedo costretto a specificare un passaggio onde evitare di essere frainteso. La mia tesi non è “ogni rivolta di piazza è giusta”, perché è evidente che ci sono rivolte intrinsecamente reazionarie nel contenuto di classe che esprimono, magari fatti da porzioni sociali lasciate indietro dallo sviluppo delle forze produttive; altre addirittura sono teleguidate. La mia tesi è “”di fronte alle domande popolari che si generano a causa dell’ingiustizia generale, non si può rispondere con la repressione e con la teoria del nemico esterno, altrimenti alla lunga cadi uguale, solo facendo i morti. Perché prima o poi la Storia presenta sempre il conto”.