LE SGUAIATEZZE NEI DISCORSI DI CERTI POLITICI AI TEMPI DEL COVID

LE SGUAIATEZZE NEI DISCORSI DI CERTI POLITICI AI TEMPI DEL COVID

I vecchi comunisti preferivano una comunicazione precisa, senza fronzoli. Alfredo Reichlin se ascoltava un intervento serio diceva al compagno/a, rinverdendo ilsuo pugliese: “Sì parlato come nu’ testament’ “. Oggi, anche dopo aver ascoltato la diretta tv di ieri sera, sembra che prevalgano le vaiasse, quelle stridule voci che nei bassi di Napoli fanno casino senza ragione. Dico la verità: seguo i dibattiti parlamentari per dovere professionale, non mi aspetto nessun discorso importante. Ai miei tempi (posso dire?), e prima dei miei tempi ,c’erano parlamentari che ascoltavi per imparare cose, assorbire uno stile, sentire un ‘idea profonda, avvertire l’amor di patria. Oggi, anche in un discorso che giudico accettabile, come quello di Renzi, c’è la parte vaiassa con quell’ ignobile riferimento ai morti di Bergamo. Taccio di Salvini. Ne ho visti e ascoltati tanti, mai avrei pensato che in parlamento sarebbe entrato un uomo così cinico e ignorante. Per fortuna che le cose sono abbastanza chiare: la situazione lentamente migliora, con mascherine, tamponi, siero e monitoraggio dei nuovi contagi, e eventuale zona rossa se il contaggio è esteso, si isola il virus. Fra mesi arriva il vaccino. il farmaco è vicino. Il tema principale così si spacca in due. Primo: evitare la rivolta di chi aveva qualcosa e l’ha persa. Dare subito in tasca ai nuovi declassati fondi,togliere debiti, metterli al riparo dalle tasse e poi reddito di cittadinanza per tutti. Infine il futuro, inanzitutto in una sanità ultrascientifica ma anche ultra territoriale e poi seguire ciò che ci hanno detto in due belle interviste Roberto Cingolani e Ilaria Capua (in dialogo con Fabiola Gianotti). Per il resto lasciate perdere. Ve lo consiglio caldamente. Giletti, Rete 4, le vaiasse politiche, sciò sciò.