TUTTI I FANTASMI DELL’8 MARZO

TUTTI I FANTASMI DELL’8 MARZO

Bell’8 marzo quello che si prospetta quest’anno. Hanno iniziato i giornali, tutti, anche i più “laici”, a enfatizzare una notizia che fino a qualche tempo fa non sarebbe finita neppure nelle brevi di cronaca: una donna che festeggia la nascita dell’undicesimo figlio. Anzi, figlia. Che poi non è neppure cosa da Guinness dei primati. Fino a che in questo Paese non c’era un ministero alla famiglia, il fatto che un ministro come Graziano Del Rio avesse nove figli veniva considerata una cosa personale. Ora che una sconosciuta desideri una famiglia numerosa è un fatto politico, come le illuminanti dichiarazioni alla stampa della neo-mamma: “Non è stato un peso per me rinunciare al lavoro”. Con buona pace delle lotte delle donne (e degli uomini) per conquistare servizi per potersi permettere di metter su famiglia, magari anche con un solo pargolo: lavorando (donne e uomini) e facendo eventualmente carriera (donne e uomini). Siamo precipitati in un istante al tempo dell’angelo del focolare. E finiscono in archivio persino le rivendicazioni dell’associazione delle “Famiglie extra-large” contro le discriminazioni sul lavoro. Fare figli, figli, figli… e la ministra alla salute Giulia Grillo non poteva che scegliere dunque l’8 marzo per aprire i lavori del mega-convegno al Senato “La scelta di essere mamma”, voluto dall’associazione che si occupa di procreazione assistita. L’8 marzo non è propriamente la festa della mamma, ma – col governo che tira – che aspettarsi? Poi a scorrere i relatori si scopre che si sono praticamente dimenticati di invitare le donne: sette esimi professori provenienti dalle università di mezza Italia a disquisire sulle prospettive della maternità e una avvocata che spiega il ruolo delle associazioni dei pazienti. A seguire tavola rotonda: qui sono previsti 22 uomini e 5 donne. Il capolavoro della ministra, che sull’iniziativa ha messo il cappello, non è quello di preoccuparsi di denatalità, ma di affidare il problema tutto intero all’ “intelligenza” degli uomini, come se non ci fossero cattedratiche ed esperte di fertilità tra le donne. Così che alla ministra Grillo è arrivata a stretto giro una lettera firmata da cento donne – ginecologhe, embriologhe, biologhe – anche loro in buona parte con cattedre universitarie o dirigenti di strutture, che semplicemente segnalano come “in un evento dove si parla della scelta di essere mamma, inserito per di più nella giornata della donna, ci sia un imbarazzante vuoto femminile”. E il lavoro? Gli ultimi dati sono eloquenti: c’è stato un lieve, lievissimo miglioramento nell’occupazione a gennaio, 21mila occupati in più. O meglio: 27mila uomini assunti e seimila donne che hanno perso il lavoro… L’8 marzo non resta che andare in piazza.