FATE PURE I FURBI MA NON TOCCATE I VOTI DEL CAPITANO

Condono tombale. E sospensione del codice degli appalti. Matteo Salvini torna alla carica con la sua personale ricetta per la ripresa economica. Un condono tombale, che secondo lui per alcuni “intellettuali” sarebbe “una brutta parola”. E la sospensione del codice degli appalti, anche qui follemente ostacolata dalla “tirannia” (dice così) dei sindacati. Ecco. Forse Matteo Salvini non sa che se oggi in tante, tantissime strutture sanitarie non ci sono sufficienti posti letto, attrezzature sempre all’altezza, budget idonei a pagare gli estenuanti turni degli operatori sanitari, lo dobbiamo proprio a quegli individui che lui vorrebbe premiare, e che nel corso degli anni non hanno contribuito al sostentamento fiscale della collettività. Quegli stessi individui – ce li figuriamo proprio – tronfi, arroganti, spregiudicati, che magari hanno anche richiesto il bonus da seicento euro, già che c’erano. E che, almeno in parte, oltre ad aspettare quel “perdono” salviniano stanno aspettando anche qualcos’altro: un bel regalo, la sospensione del codice degli appalti. Perché le persone che – perdonateci – fanno schifo umanamente, in genere lo fanno a tutto tondo. Non si fanno mancar niente, come dire. Quindi in genere chi ha il vezzo di evadere quei 2/3/400mila euro di tasse l’anno dichiarando meno di un insegnante di scuola media, ha anche l’altro poco piacevole vizio di aspettare, come un avvoltoio, che nella Pubblica Amministrazione si apra uno spiraglio per briganteggiare a spese dei contribuenti che già pagano al posto suo sanità, sicurezza, strade, istruzione, truffando lo Stato e quindi gli italiani. Perché il loro fare schifo è in genere proporzionato al loro vorace appetito. Salvini tutto questo forse lo ignora. Per questo chiama “tiranno” chi vi si oppone. O forse, peggio ancora, Salvini tutto questo lo sa bene. Ma non gliene frega niente. Perché in fondo i voti son voti che cerca. E se per ottenerli bisogna perdonare prima e dare una mano poi chi ha fatto il furbo a spese degli italiani, poco importa. Perché l’importante per lui, invero, è che qualcuno il furbo non lo faccia con la cosa a cui lui tiene di più: i voti