IL NORD RICATTA IL GOVERNO, MENTRE IL SUD AFFONDA

IL NORD RICATTA IL GOVERNO, MENTRE IL SUD AFFONDA

Mentre Salvini, venendo meno alla legge del mare e ai trattati europei sull’accoglienza, in cambio dei quali l’Italia riceve soldi, consumava la propagandistica sceneggiata marinara sulla pelle di 629 poveracci, ancora sbattuti per mare, il governatore Luca Zaia, lo stesso che qualche anno fa dichiarava “è una vergogna dare 250 milioni di Euro ai quattro sassi di Pompei”, andava a Roma. A far che? A incontrare la conterranea leghista Stefani, ministra per gli affari regionali per mettere all’incasso la proposta referendaria sull’autonomia fiscale del Veneto che, insieme a quella della Lombardia, il cui governatore Fontana, quello della “razza bianca” è stato ricevuto ieri, permetterà loro di trattenere tasse per 35 miliardi di Euro, soldi da togliere alla redistribuzione nazionale, dunque sottratti alle regioni povere, quelle meridionali, con l’avido pretesto che ognuno si tenga per sé la ricchezza prodotta. Come se a Roma i ricchi abitanti dei Parioli dovessero usare per il proprio quartiere i soldi delle loro tasse a discapito di quelli poveri, come se alla ricchezza prodotta al Nord non contribuisse il Sud che ne acquista merci per il 70% e le aziende, anche di Stato, che pur producendo al Sud versano tasse al Nord dove hanno sede legale. L’ingiusto provvedimento, promosso dalla lega ma accettato dal M5s del Nord, Fi e dal Pd, è contemplato nel contratto di governo, e la Stefani ha garantito a Zaia che, entro l’anno, il ricco Nord vedrà soddisfatta la richiesta di abbuffarsi alle spalle del Sud. E sia, è l’Italia della vergogna ad emergere, anti solidale, egoista, razzista, tendenzialmente fascista. La destra, approfittando della débâcle della sinistra,  fa bene il suo mestiere, gioca sulle paure irrazionali e l’ignoranza della gente, scaricando sui poveracci le colpe della crisi. E’ il capolavoro mediatico del capitalismo globalizzato. Stesso egoismo che Salvini, sostenitore del liberismo selvaggio, ha imposto nella proposta della Flat tax, chi ha di più darà meno allo Stato, e che il povero s’arrangi in attesa di un improbabile reddito di cittadinanza che con minori entrate allo Stato chissà come sarà finanziato. E mentre le stelle stanno a guardare, la lega prende il timone del governo, affermando con Rixi che l’inutile e costoso Terzo valico ferroviario AV Milano Genova si farà buttando alcuni miliardi di euro, mentre il Sud viaggia peggio di 50 anni fa, e con il ministro all’agricoltura e turismo Centinaio, lo stesso che urlava “terun de merd” a un senatore meridionale, che l’Ilva di Taranto continuerà a produrre. Ovvero ad uccidere di cancro migliaia di persone e a distruggere la circostante agricoltura. A fronte di tutto ciò, la ministra per il Sud Lezzi non parla, Di Maio non sente, Conte non conta. Salvini appare come il prete officiante, Di Maio il chierichetto servente e Conte il sacrestano suonatore di campane per chiamare a raccolta i fedeli. Intanto, ieri l’Istat ha diffuso i drammatici dati sulla disuguaglianza in Italia, lo stipendio medio di Milano è due volte e mezzo superiore a quello di Vibo Valentia, non perché vi sia differenza di salari ufficiali, ma di occupati. La disoccupazione al Sud è il triplo di quella del Nord, dove lo Stato da sempre investe gran parte delle risorse pubbliche per promuoverne lo sviluppo, lasciando il Sud indietro, nel lavoro, nella salute, tre anni in meno nell’aspettativa di vita, nella scuola, nei trasporti e nella sicurezza. Che potrà fare la pur brava Barbara Lezzi ministro senza portafogli per il Sud? Ottima la sua proposta, non contenuta nel contratto di governo e dunque rigettabile dalla lega, di dare al Sud il 34% della spesa pubblica, pari alla percentuale di abitanti meridionali ai quali oggi è destinato solo il 25% ma, ammesso che ciò avvenga, forse si livellerà la crescita economica con il Nord, ma non il divario, corrispondente oggi al 45%, che senza misure speciali resterà tale. Misure speciali per il Sud escluse dal contratto di governo. Resteranno due Italie, una padrona e l’altra colonia interna. La soluzione della questione meridionale può attendere.