FRA LA FORMICA E LA CICALA, COSA PREFERIAMO ESSERE?

FRA LA FORMICA E LA CICALA, COSA PREFERIAMO ESSERE?

In America fra le vittime del coronavirus ci sono persone che non l’hanno contratto ma hanno avuto un arresto cardiaco; perché per paura di venire infettati molti medici e infermieri non praticano più la rianimazione cardiopolmonare, che a dire di un servizio del New York Times salvava circa un terzo dei pazienti. Accade lo stesso in Italia? A evitare equivoci va chiarito che non sto parlando della vecchia respirazione bocca a bocca, ancora popolare nei film hollywoodiani e ormai sostituita da ventilatori meccanici; e aggiungo che non penso affatto che il personale sanitario debba correre eccessivi rischi per malati in condizioni gravissime e spesso irreversibili; anche a livello etico le decisioni devono essere razionali e tenere conto del rapporto fra vantaggi e svantaggi.Fa tuttavia riflettere che nel paese più ricco del mondo, nel quale la maggior parte della gente approva i colossali investimenti, statali e soprattutto privati, per sviluppare tecnologie in grado di permettere a futuri esploratori di colonizzare Marte, non ci sia stata, neppure in questi giorni, alcuna richiesta da parte dei media e del pubblico di dare la priorità alla ricerca di materiali e equipaggiamenti in grado di proteggere dalle infezioni qui sulla Terra, al 100% e senza ostacolare i movimenti. Come se ci si fosse disabituati a chiedere alla tecnologia quello che ci serve davvero, invece di lasciarci convincere che ci serve quello che le multinazionali della tecnologia decidono di offrirci. Non dovrebbe essere impossibile: solo costoso, anche se meno della realizzazione della nuova generazione di cellulari 5G.Del resto la ragione per cui tutti i paesi stanno riaprendo frettolosamente è che due secoli di ininterrotta crescita economica hanno avuto l’unico effetto di moltiplicare oscenamente i beni personali di una minuscola percentuale della popolazione e di rendere alcune multinazionali più ricche degli Stati nazionali. In altre parole, il progresso scientifico e tecnologico e il parallelo saccheggio a costo zero di risorse accumulate dalla natura in milioni di anni, non hanno però creato riserve, margini di sicurezza, scorte per le emergenze: come se ciò che accade meno frequentemente fosse irrilevante (così ragionano gli economisti di Harvard e della Bocconi).Basta guardare agli Stati Uniti, dove in due mesi la disoccupazione ha raggiunto i livelli della grande depressione del 1929 e oggi è quasi al 15%, più che quadruplicata (era il 3,5% in febbraio); mentre in Europa l’aumento è contenuto e le proiezioni annunciano un picco del 9% rispetto al 7,9% prima della pandemia (in Italia si passerebbe dal 10,7 all’11,8). Di nuovo è una questione di priorità: meglio un sistema in cui è facile trovare lavoro ma ancor più facile perderlo in tronco e senza garanzie, o un sistema più lento e protettivo? Fra la formica e la cicala della favola di Esopo, cosa preferiamo essere? È una scelta e una responsabilità, non un destino.