A PROPOSITO DELLA VICENDA DI DI MATTEO E BONAFEDE

Di Matteo e Bonafede. Ho seguito con particolare attenzione le dichiarazioni da Giletti. Il quadro mi sembra chiaro. Questo governo, per merito del ministro Bonafede, mentre in governi precedenti si ironizzava e si derideva la trattativa stato mafia, propone al suo protagonista due ruoli primari nella lotta alla mafia: l’amministrazione penitenziaria o gli affari penali (il ruolo che fu di Falcone). Di Matteo dichiara che la scelta definitiva di Bonafede, che non brilla affatto come comunicatore, è stata per il ruolo che fu di Falcone; non l’altra. Di Matteo afferma di averla rifiutata per la sua preferenza per la prima carica. Parallelamente sono state raccolte voci di contestazione dei mafiosi in carcere contro la nomina di Di Matteo alla amministrazione penitenziaria. Di Matteo NON DICE che la scelta sia stata determinata dalle pressioni dei mafiosi in carcere. E la deduzione fa sinceramente ridere per almeno due motivi: 1. per sapere che Di Matteo non fosse gradito ai mafiosi non servivano intercettazioni o voci raccolte in carcere; 2. che metterlo sulla poltrona che fu di Falcone sia un favore ai mafiosi, fa pena solo ad ipotizzarlo. Andiamo avanti.