LE DUE FACCE DEL M5S

C’è una parte del M5S che sogna la fine di questo governo e possibilmente una sconfitta alle elezioni: confondendo i fini con i mezzi, pensa che lo scopo di avere dei parlamentari sia costringerli a tagliarsi unilateralmente lo stipendio e lo scopo di avere la maggioranza in parlamento sia regalare agli avversari il controllo delle aziende di Stato e della televisione. Se no si diventa come loro. Come a dire che ciò a cui questi pentastellati tengono non è il bene del paese ma la loro purezza: cosa che è quasi sempre possibile solo rinunciando alla politica e chiudendosi nel proprio fondamentalismo.C’è un’altra parte del M5S che invece vuole cambiare l’Italia e salvarla dalla deriva liberista e dall’americanizzazione promossa da Renzi, Salvini, Berlusconi, Bonino. Credo che ancora possa aggregare un ampio consenso ma ha bisogno di fare una chiara autocritica, di darsi una precisa ideologia di riferimento e di iniziare la propria trasformazione in partito, con un’attiva presenza nel territorio e capacità propagandistiche. Servono anche lucidità, coraggio e determinazione.Per ispirarsi, consiglio questo straordinario brano dei “Quaderni del carcere” di Gramsci, scritto in uno dei momenti più bui della sua vita e della storia europea: “La collettività deve essere intesa come prodotto di una elaborazione di volontà e pensiero collettivo raggiunto attraverso lo sforzo individuale concreto, e non per un processo fatale estraneo ai singoli: quindi obbligo della disciplina interiore e non solo di quella esterna e meccanica. Se ci devono essere polemiche e scissioni, non bisogna avere paura di affrontarle e superarle: esse sono inevitabili in questi processi di sviluppo ed evitarle significa solo rimandarle a quando saranno precisamente pericolose o addirittura catastrofiche”.Provo ad applicarlo all’attuaità. Il M5S è un organismo che sta maturando e percorrendo un “processo di sviluppo” che comporta “inevitabili polemiche e scissioni”; ma non è necessario lasciarsi prendere dallo sconforto per aver scoperto che la realtà è più dura e cattiva di quanto ci si aspettasse e la gente più stupida ed egoista. Le difficoltà distruggono i deboli ma temprano i forti che abbiano dimostrato di “non avere paura di affrontarle e superarle”, di possedere una “disciplina interiore” e di essere capaci di uno “sforzo individuale concreto” per dare forma alla “volontà e pensiero collettivo”.