OLTRE L’ACQUA CALDA: COSA CI DICE (DAVVERO) LO SCONTRO TRA GIORGETTI E CONTE

OLTRE L’ACQUA CALDA: COSA CI DICE (DAVVERO) LO SCONTRO TRA GIORGETTI E CONTE

È interessante questo sfogo di Giorgetti che accusa, in buona sostanza, il Presidente del Consiglio Conte di essere “di parte”. Principalmente perché ribadisce una cosa assolutamente ovvia, che sapevano tutti sin dall’inizio, del resto Conte era uno dei ministri che componevano la “squadra di governo” proposta da Di Maio ben prima delle elezioni. Come è sempre stato ovvio che, in una situazione in cui si era reso necessario un premier “terzo” per varare il governo giallo verde, la scelta ricadesse su un nome vicino al partito di maggioranza relativa in quel momento, ovvero il M5S. Giuseppe Conte è il risultato di quell’accordo, ed è stato sin da subito chiaro e pacifico per tutti, finora. Ma oggi, a quanto pare, si è reso necessario chiarire pubblicamente che l’acqua è bagnata, che appoggiare le mani sui fornelli accesi non è esattamente una buona idea e che Giuseppe Conte risponde politicamente a Luigi Di Maio. Forse, qualche dubbio a tal proposito uno se lo poteva far venire anche quando il premier chiedeva a Rocco Casalino il permesso di poter parlare in conferenza stampa (ricevendo peraltro come risposta un secco rifiuto), ma a quanto pare Giorgetti non ci aveva fatto troppo caso. E forse è per questo che il vicesegretario della Lega ha ben pensato di non presentarsi al Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri: perché finalmente si è accorto che Conte non risponde a quel Capitan Salvini che, proprio durante il cdm, ha invano tentato a lungo di far approvare il suo “decreto sicurezza bis”.Purtroppo, però, sembra che, come l’ONU, anche Mattarella non sia così entusiasta di un DL che viola le norme internazionali, introducendo addirittura delle pene economiche per chi salva i migranti in mare.E indovinate chi si sarebbe fatto portavoce delle parole del Presidente della Repubblica?Esatto: Giuseppe Conte. Poi dice che quello non se le va a cercare. Molto probabilmente la verità è che Giorgetti, come tutta la Lega, sta preparando l’elettorato a una duplice evenienza, immediatamente dopo le elezioni europee: a un rimpasto di governo, con un presidente del consiglio che sia più vicino alle posizioni di Salvini, oppure alle elezioni anticipate. Tutto dipenderà da quanto il risultato delle urne sarà vicino ai sondaggi che danno la Lega in larghissimo vantaggio sui grillini e, contemporaneamente, dalle percentuali che potranno esibire Forza Italia e Fratelli d’Italia. Se Salvini si sentirà convinto di poter vincere facilmente anche alle politiche e di potersi proporre come leader di una coalizione di maggioranza di destra lo farà, altrimenti chiederà un rimpasto di governo, che potrà coinvolgere o meno anche il povero (e del tutto ininfluente) Giuseppe Conte. Nel frattempo, Lega e M5S seguitano a fare, contemporaneamente, da maggioranza e da opposizione, vista la totale e assoluta assenza di una reale controparte parlamentare. Anche perché Zingaretti, a quanto pare, finora ha deciso di puntare fortissimo sulla “tattica dell’opossum”: se non sai come sconfiggerli, fingiti morto. E bisogna dargli atto che, in questa particolare specialità, si sta rivelando davvero un fuoriclasse.