L’OSCURANTISMO DELLA DESTRA IN UMBRIA, SULL’INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA

In Umbria la destra fa sul serio: sull’interruzione volontaria della gravidanza inizia a cancellare i diritti.Ma i progressisti e i democratici umbri reagiranno e sconfiggeranno l’oscurantismo nemico delle donne e della libertà individuale. Donatella Tesei, governatrice leghista dell’Umbria alla guida di una coalizione di destra, ha appena fatto approvare una delibera con cui ha cancellato la possibilità di aborto farmacologico in Day hospital e a domicilio, abrogando una norma del centrosinistra e costringendo così le donne all’ospedalizzazione forzata. In Toscana, quando ero assessore alla sanità, fummo i primi in Italia a introdurre l’aborto farmacologico, acquistando la pillola all’estero perché in Italia non era ancora stata commercializzata.Dispiace che l’Umbria una regione così a noi vicina e per tanti aspetti simile, a causa della vittoria leghista alle regionali, sia stata costretta a tornare così pesantemente indietro.Ma i progressisti dell’Umbria, donne e uomini, reagiranno con la lotta a questo oscurantismo della destra che, sono convinto, con questa decisione, ha iniziato il percorso che la riporterà presto ad essere una minoranza, come è giusto che sia, in una regione dove forte è sempre stato l’impegno per i diritti civili e sociali. È davvero un pesante ritorno indietro rispetto ai diritti delle donne sanciti nella legge 194.È, scrivono dall’Umbria, uno schiaffo alle donne e all’autodeterminazione che nega loro il metodo di interruzione di gravidanza più veloce e meno invasivo, tanto dal punto di vista fisico quanto psicologico, finendo per disincentivarlo e aprendo, potenzialmente, la strada a nuove pericolose forme di clandestinità.