PAOLO BORROMETI. UN’ALTRA VITTORIA GIUDIZIARIA

PAOLO BORROMETI. UN’ALTRA VITTORIA GIUDIZIARIA

Sorride il giornalista Paolo Borrometi. La prima sezione della Corte d’Appello di Catania ha modificato la sentenza emessa dal Tribunale penale in primo grado nei confronti di Giovan Battista Ventura. In primo grado era stato ritenuto colpevole di minacce e violenza privata nei confronti del giornalista costituitosi parte civile assieme all’Ordine dei Giornalisti nazionale e della Sicilia, la Federazione nazionale della stampa, il comune di Vittoria. Nella sentenza sarebbe stato riconosciuto anche il risarcimento da liquidare alle parti civili costituite.In primo grado non era stato riconosciuto il metodo mafioso, pur richiesto dalla Procura fra le aggravanti ai capi di imputazione. Il vicedirettore dell’Agenzia Giornalistica Italia, che dal 2014 vive sotto scorta per le inchieste giornalistiche condotte contro Cosa Nostra, in base alla sentenza confermata con parziale modifica in secondo grado, avrebbe ricevuto minacce di morte da parte di Ventura,fratello di Filippo Ventura considerato dalla Procura distrettuale antimafia di Catania il reggente dell’omonimo clan. Il condannato era finito in carcere a seguito della operazione denominata “Survivors” nel 2017. Una vittoria importante per il giornalista insignito, il 21 dicembre del 2015, della onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente Mattarella. Il riconoscimento dell’aggravante in secondo grado del metodo mafioso, ha portato a una condanna dell’imputato a un anno e dieci mesi. Borrometi, presidente anche di Articolo 21,ha sempre dichiarato nei suoi post , nei suoi articoli,interviste e nei suoi interventi pubblici:” …È paura, è sofferenza, è stanchezza per una vita che così non è vita.Ma prima di tutto sono un cittadino ed è per questa ragione che non potevo non denunziare.Da giornalista, poi, ho sentito una responsabilità maggiore.La gente sarà capace ulteriormente di decidere da che parte stare solo quando avrà conoscenza di ciò che accade. E quella conoscenza passa inevitabilmente da noi Giornalisti.È un patto di fiducia. Io continuerò a fare solo il mio dovere, informare, nonostante tutto.”