LA STATUA DI MONTANELLI E IL MAUSOLEO DI GRAZIANI

LA STATUA DI MONTANELLI E IL MAUSOLEO DI GRAZIANI

Ho incontrato Montanelli una sola volta. Mentre coprivo la guerra a Sarajevo per Tg5 nel ’93, scrissi tre articoli per “Il Giornale”. Quando tornai, Livio Caputo – l’ottimo capo della redazione Esteri – mi portò da lui che mi strinse la mano, mi fece i complimenti e mi liquidò nella mia lingua (il toscano) dicendo : “ E ora ‘aro Lombezzi va fori da ‘oglioni ché ci ho pure la riunione di redazione ! ”.Quando Montanelli lasciò il Giornale, che Berlusconi voleva trasformare in un megafono di Forza Italia , e fondò “La Voce”, insieme a un genio della grafica , Vittorio Corona e a quell’enciclopedia vivente che era Pietro Cheli, collaborai con il nuovo giornale scrivendo diversi pezzi, prima che l’esperimento naufragasse. All’epoca non sapevo della storia di Montanelli con Destà. Il fatto che Montanelli abbia approfittato di un’usanza locale – cedere in sposa figlie di 12/14 anni in matrimoni combinati – non è redimibile e appartiene in tutto e per tutto all’armadio della vergogna della nostra storia coloniale, ma non esaurisce la sua figura e la sua storia che fu anche quella di un brillantissimo giornalista che, in tarda età , quando era ormai una star e non ne aveva nessun bisogno, non ha esitato a ricominciare da zero un’avventura giornalistica per difendere la libertà di stampa non tanto sue – avrebbe potuto scrivere per chiunque – quanto dei suoi redattori. E tutto ciò in un’epoca di Video Laudatores pronti a fare interi speciali per spiegarci che Dell’Utri era una “Vittima delle Togherosse,  che Craxi era “Un Esule” e che la Nipote di Mubarak era stata salvata dal rischio di perdere la virtù.Proporre di abbattere la statua di Montanelli è stato un formidabile autogoal , un magnifico regalo ai revisionisti della destra neofascista che ha permesso a costorodi dirottare l’attenzione di tutti i media da veri e propri scandali come il mausoleo eretto (con fondi pubblici) per celebrare Rodolfo Graziani,  responsabile di centinaia di migliaia di morti,  in Etiopia, in Libia o in Yugoslavia. Uno scempio commesso non all’epoca dei fatti, ma solo ieri , quando le responsabilità del Boia della Cirenaica erano chiare da 70 anni.