RITIRARE VIA COL VENTO? MA NON FATECI RIDERE

RITIRARE VIA COL VENTO? MA NON FATECI RIDERE

Ho visto “Via col vento” due volte, e penso sia un film molto meno razzista della maggior parte della produzione americana. Meno dei mille film sui pellerossa, sulle guerre con il Giappone, con la Corea, con il Vietnam e recentemente con l’Afghanistan. Via col Vento, girato negli anni 30, è un affresco degli USA fine 1800 o meglio della loro parte meridionale, e invece di indignarci per la povera Mami e i suoi“Miz Rossella… MizRossella…”faremmo meglio a preoccuparci per quanta di quella onnipotenza bianca e del servilismo che ne deriva siano vivi e vegeti un secolo dopo in tante parti del mondo. Di onnipotenza si tratta, o almeno di ciò che più assomiglia a un potere riservato agli dei, e che essa derivi dai quattrini e non dal colore della pelle fa pochissima differenza, visto che quasi sempre le due cose coincidono. Fino a quando l’uomo bianco potrà cambiare la vita di una famiglia di Johannesburg con poche centinaia di Euro, entrare in una discoteca di Phnom Penh e scegliersi la più bella tra cento ragazze ventenni, maltrattare impunemente l’addetto indiano a un ascensore di Dubai e decidere chi lavora e chi no nelle campagne salentine… Ecco, fino a quel giorno, censurare un film come Via col Vento sarà soltanto un atto di purissima ipocrisia.