NATO CON LA SINDROME DELL’X FRAGILE , SI LAUREA PER LA SECONDA VOLTA

NATO CON LA SINDROME DELL’X FRAGILE , SI LAUREA PER LA SECONDA VOLTA

Nato con la grave sindrome dell’ “x fragile”, è riuscito a farsi forza grazie allo studio. Non è stato facile, ora prende la seconda laurea: è l’unico in Europa.***Quando era ragazzino, dai test di intelligenza alcuni medici senza tatto né visione avevano sentenziato: . I docenti sconsigliavano il liceo, nessuno se lo voleva in classe, “portava una lettera scarlatta tatuata in fronte”. E invece. Nel 2017 ha conquistato la prima laurea e adesso, a luglio, prenderà la seconda: “La dedico a chi ha paura di esistere”, dice. E’ tutta racchiusa in queste parole la forza di Francesco Munari, unico ragazzo in Europa a laurearsi due volte con la sindrome dell’x fragile che di solito preclude gli studi. Lui solo sa quanto è stato difficile arrivare ad avere fiducia in se stesso. I genitori l’hanno portato al risveglio intellettivo dosando sfide e protezioni, ostacoli e carezze. E non l’hanno mai data vinta a chi guardava solo il presente giudicando “insana illusione” il loro investimento sul futuro. “Noi siamo scienziati, quindi per definizione realisti, ma non abbiamo mai rinunciato a credere nei possibili miglioramenti di nostro figlio – riflette la mamma, fisica nucleare -. La scuola relegava Francesco in un percorso parallelo che lo facilitava sempre. I docenti, forse per comodità, lo preservavano da qualunque frustrazione. Ma in questo modo i ragazzi non crescono e anzi accumulano rabbia”. Francesco la manifestava in vari modi: tirava pennarelli in classe, aggrediva i compagni, non si applicava in nulla. “Neuropsichiatri e personale della scuola un giorno mi convocarono per dirmi parole che non dimenticherò mai: ”, ricorda ancora la madre, Anna. Malgrado tutto iscrive Francesco al liceo artistico: “Credo fermamente nelle potenzialità dell’ambiente arricchito. Anche per l’x fragile gli esperimenti scientifici mostrano che davanti alle sfide, il cervello degli esseri umani sviluppa sinapsi”. E ancora: “Cercavamo per nostro figlio una vita dignitosa e non intendevamo arrenderci”.A quei tempi Francesco non era autonomo in nulla, non attraversava neanche la strada da solo. C’era una signora che lo portava dalla casa di Biella fino alla scuola a Santhià e ritorno, ma un giorno “l’accompagnatrice” diede improvvisamente forfait. La mattina dopo Francesco, come nulla fosse, insisteva che voleva andare comunque a lezione, e i genitori non potevano portarlo. “Aveva la cartella sulle spalle e non se la toglieva, con mille timori e ansie l’ho messo sul treno da solo”. Ci è voluto coraggio. Ma era la prima occasione, per Francesco, di provarci. E lui ce l’ha fatta. E’ sceso giusto a Santhià, ha trovato la breve strada per la scuola, è entrato in classe e all’uscita c’era la mamma a prenderlo. “Ero tantissimo felice. Per tanto tempo sono stato nascosto, poi ho voluto dimostrare che esisto”, interviene lui. Chi affronta la vita con lo spirito giusto lo sa, che i limiti si possono spostare sempre un po’ più avanti.Dopo il diploma è stato ammesso alla Naba, a Milano, e si è laureato a pieni voti in Grafica pubblicitaria. Visto il talento lo hanno incoraggiato a continuare, con Andris Brinkmanis (responsabile del corso di Pittura e Arti visive) che lo ha preso sotto l’ala. Si è mescolato agli altri ragazzi, ha iniziato a studiare otto ore al giorno con l’aiuto di tutor e molto entusiasmo, a cantare con una band, a vivere in uno studentato in modo completamente autonomo. Ancora deve usare strumenti compensativi per leggere e scrivere ma si è laureato senza avvalersi di comunicazione facilitata. Ama le sfide. Ora deve esporre in mostra i suoi lavori e a luglio discute la sua seconda tesi di laurea, sempre con ottimi voti. Non ha paura di fallire, perché ha l’x fragile ma anche la forza conquistata sul campo. Ormai sa che vivere è sapersi rialzare ogni volta, e riprendere il cammino.