LA TERRA DEI FUOCHI IN TOSCANA: TRE PERSONE ARRESTATE

Caivano, Castel Volturno, Giugliano non sono mondi lontani, non sono luoghi dove i cumuli di rifiuti vengono solo nascosti per poi esser dati alle fiamme.Luoghi dove le falde dell’acqua sono spesso intrise dei veleni arrivati in questi terreni con la complicità fra la camorra e le grandi aziende chimiche perlopiù del Nord e del Centro Italia.Sono luoghi dove l’ambiente, gli imprenditori e gli agricoltori seri vengono sbeffeggiati, sono soprattutto i luoghi dove i tumori colpiscono i più piccoli, i più fragili.Queste città alle porte di Caserta e di Napoli sono la Terra dei fuochi, un termine ingannevole poiché racconterebbe del problema dell’inquinamento nei campi, nei terreni agricoli che si vorrebbe confinato solo in Campania.Ed invece queste tristi, misere realtà si ripetono un po’ dappertutto.E che il dramma sia diffuso emerge da inchieste ed indagini che si svolgono un po’ ovunque anche come abbiamo più volte visto in Lombardia ed in Veneto.Proprio in Veneto l’associazione dei medici dell’Isde, ad inizio anno, prima che scoppiasse la pandemia del Covid, aveva rilevato che “in Veneto, nelle province di Vicenza, Padova e Verona con la contaminazione da Pfas, acidi usati nei processi industriali e poi sversati per decenni nel suolo e nelle falde acquifere, è in atto una delle emergenze sanitarie ed ambientali più gravi che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare”.Anche la Toscana non è affatto esente da queste attività di sfruttamentoche non tiene minimamente conto dei rischi per la salute.Proprio in queste ore una inchiesta avrebbe rivelato che ben 24mila tonnellate di rifiuti speciali, con sostanze nocive e inquinanti sarebbero state smaltite utilizzandole per concimare più di 150 ettari di terreni agricoli coltivati a granturco e girasole in terreni delle province di Pisa e di Firenze.Un illecito di gravissima portata che sarebbe stato scoperto grazie alle indagini coordinate dalla Dda di Firenze e condotte dalla sezione di pg della procura insieme ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale.Una inchiesta che avrebbe portato all’arresto, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere, di tre persone risultanti gli amministratori di un consorzio di gestione dei rifiuti del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno (in provincia di Pisa). Complice del gruppetto anche un agricoltore della zona.Le autorità di polizia giudiziaria avrebbero ordinato il sequestro preventivo di beni per 3 milioni di euro nei confronti del consorzio e di alcuni indagati.Nei confronti degli agricoltori coinvolti, che secondo l’accusa venivano compensati per poter conferire i rifiuti nei loro terreni, sarebbe scattato un sequestro per altri 300000 euro.