Salento rivoltato dal blitz antimafia: 20 misure cautelari nella notte | Impiegati 120 militari dell’Arma
Carabinieri (Canva) Alganews.it
LECCE- Notte di fuoco per i 120 militari dell’Arma. Il blitz antimafia ha portato ad un retroscena inimmaginabile per la città.
In queste ore, il Salento ha visto una notte di fuoco e Lecce è finita al centro dell’attenzione mediatica. Il motivo? All’alba di oggi i Carabinieri del Comando provinciale della città hanno dato il via a una delle operazioni più complesse degli ultimi anni contro la criminalità organizzata. Il cosiddetto blitz ‘Fenice Neretina‘, ha letteralmente rivoltato i territori di Nardò, Gallipoli, Galatone, Sannicola e Seclì.
L’intervento senza precedenti è stato coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e ha portato all’esecuzione di 20 misure cautelari. Ma ecco nel dettaglio cosa è accaduto.
Oltre 120 militari dell’Arma sono stati coinvolti in questa maxi-operazione, con il supporto di elicotteri, unità cinofile e reparti speciali. Dietro il blitz, sono state fatte mesi e mesi di indagini, le quali sono servite per ricostruire i legami, i ruoli e le attività di un sodalizio criminale radicato nel territorio da decenni.
Questi criminali erano ritenuti responsabili di una serie di crimini e, proprio per questo motivo, sono stati arrestati.
La banda di criminali e il loro ruolo nel territorio neretino
Come spiegato da Lecceprima.it, i criminali erano responsabili di: traffico di droga, rapine armate, estorsioni, incendi e violenze aggravate dal metodo mafioso. 51 sono stati gli indagati, 19 le misure cautelari e 10 le persone che sono finite in carcere. La giudice Tea Verdosa del Tribunale di Lecce ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per alcuni di loro e del carcere per la restante parte.
Non è poi mancata una pioggia di nomi per gli arresti domiciliari.

Le accuse che hanno portato all’arresto di queste persone
Il cuore di questa indagine ruota attorno al traffico e allo spaccio di stupefacenti nel territorio neretino, che secondo gli inquirenti rappresentava la principale fonte di guadagno. A coordinare l’operazione è stata la DDA di Lecce, che ha disposto un imponente numero di militari dell’Arma. Un vero e proprio assedio notturno, culminato con decine di perquisizioni, posti di blocco e arresti.
Insomma, l’operazione ‘Fenice Neretina’ ci dimostra come, ancora oggi, le vecchie alleanze mafiose sembrano essersi riorganizzate e siano ancora un terribile problema per il Salento.
