ALCUNE CONSIDERAZIONI SU COSA CI DICONO LE ELEZIONI IN BASILICATA E LE ULTIME DUE REGIONALI

ALCUNE CONSIDERAZIONI SU COSA CI DICONO LE ELEZIONI IN BASILICATA E LE ULTIME DUE REGIONALI

Alcune considerazioni su cosa ci dicono le elezioni in Basilicata e le ultime regionali: – PD – l’esultanza del PD di fronte a questo tracollo è per me un mistero. Il risultato del PD è sotto l’8%. Per perdere comunque la regione, il PD si è camuffato dentro una “gioiosa macchina da guerra” fatta di 8 liste con un candidato presidente che andava ai comizi del solo Almirante! Una alleanza per prendere voti dai Leninisti ai missini di sinistra, con PD minoritario. Giova ricordare che alle Europee e alle politiche questi minestroni non possono presentarsi… auguri, come si dice… cuor contento… – Centrodestra – la Lega vince, ma ha smesso di attirare voti da Forza Italia. Vince il centrodestra, ma con contributo essenziale di FI e FdI. Assieme FI e FdI arrivano al 15%, non distantissimi dal 19% di Salvini. La Lega smette di attirare da centrodestra e si ferma un sogno di autonomia politica. E’ un segnale per Salvini; segnale che oggi si perde nell’esultanza della vittoria, ma rimane una spia accesa. – M5S – il M5S perde. Risulta il primo partito e correndo da solo, non è poco in vista delle Europee. Ma attribuire un crollo dal 44% al 20% in pochi mesi solo alla differenza fra politiche e regionali non regge. C’è qualcosa di più profondo. La domanda a cui rispondere è: come mai più di metà dell’elettorato del M5S (non una percentuale fisiologica) pochi mesi dopo, alle regionali, vota altri? Se la “linea Di Maio” non viene bilanciata e accompagnata dalla “linea Di Battista”, il M5S perde voti. Ci sono risultati – notevoli – dell’azione di governo, ascrivibili alla “linea Di Maio”. Ma il M5S paga la gestione governista – spesso “tentennante” – dei temi fuori dal contratto di governo o comunque aperti: TAV, autorizzazioni a procedere, immigrazione. Il M5S ha un disperato bisogno che a gestire le materie fuori dal contratto – in sana e aperta dialettica con la Lega – sia Di Battista. Altrimenti i voti vanno, soprattutto nell’astensione.