AVANTI MIMMO, A TESTA ALTA, IN NOME DELL’UMANITÀ

Mimmo Lucano non ha ha compiuto illeciti – o tenuto comportamenti fraudolenti – nell’assegnare servizi per il suo Comune. E non lo dico io, ma le motivazioni pubblicate oggi dalla Cassazione. Su Mimmo Lucano non gravano prove di celebrazioni di matrimoni di comodo e può tornarsene a casa, nella sua Riace. Perché Mimmo, come sostengo da sempre, si è macchiato di un solo “reato”: aiutare migranti e italiani a integrarsi fra loro. E adesso mi auguro – e mi aspetto – solo che il 4 aprile ci sia la definitiva archiviazione e che questo incubo assurdo svanisca per sempre. Insieme a tutta la insulsa propaganda d’odio versata su Mimmo dal Ministro dell’Interno. Che non si è fatto scrupoli a salvarsi dal suo processo, ma ha dichiarato colpevole prima di ogni sentenza un povero sindaco di un piccolo paese sperduto della Calabria. Avanti Mimmo, a testa alta, in nome dell’umanità.