DOPO 74ANNI C’È ANCORA BISOGNO DEL 25APRILE, FORSE ORA PIÙ CHE MAI

Un paese di nostalgici che non ha mai fatto i conti col proprio passato e che ha fatto combattere giovani contro la dittatura, mentre gli altri rimanevano in disparte a guardare come andava. Il fascismo è stato un male da…, il Duce ha fatto bene fino a quando ha…, quando c’era lvi…, il solito guardare il mondo dal buco della serratura di un popolo per cui “sì, non è proprio giusto, ma chi siamo noi per giudicare”. Ora, dopo 74 anni vediamo improponibili manifestazioni fasciste, inneggianti a quella che era una DITTATURA TOTALITARIA da parte di persone senza un vero scopo nella vita e la cui inettitudine spinge ad avvertire la libertà e la democrazia, pur con tutti i suoi difetti, come un danno. Oggi, dopo 74 anni vediamo altri che “io fascista mai” inneggiare al “CAPO” che tutto ordina e tutto sa, quello che ti semplifica la vita perché ti permette di non ragionare, ma che puoi maledire e buttare dalla torre quando le cose vanno (o andranno) male. Oggi, dopo 74 anni, vediamo ancora un popolo per cui l’urlare sopra gli altri è uno strumento dialettico, il non sapere è la virtù superiore, l’ignorare perché “non ci capisco nulla” è una forma di saggezza. Un popolo che ora come quasi 100 anni si crede al centro del mondo, erede di una cultura superiore e per questo non capisce perché gli altri paesi non ci “rispettano”. Per questi motivi c’è ancora tanto bisogno del 25 aprile e di persone come: Giorgio Amendola, Walter Audisio, Piero Balbo, Giorgio Bocca, Giullio Bolaffi, Aldo Bricco, Giacomo Chilesotti, Pompeo Colajanni, Pietro Ferreira, Duccio Galimberti, Luigi Longo, Enrico Martini, Matteo Matteotti Pietro Nenni, Gian Carlo Pajetta, Ferruccio Parri, Sandro Pertini, Giuseppe Saragat, Francesco Zaltron e tutti gli altri più o meno noti che non posso citare, ma vorrei tanto. Persone che 74 anni fa misero da parte i propri colori politici per liberare l’Italia dal proprio demone interno: il FASCISMO. Essere antifascista oggi come 74 anni fa è l’unico modo di essere italiani, è rispettare la storia ed è amare il paese perché se ne combatte l’anima nera e le peggiori pulsioni. Essere antifascisti va oltre il colore politico , significa rispettare la democrazia ed il valore della libertà, significa lottare perché questi valori siano rispettati e quel passato rimanga tale.