IL CAPO DELLA POLIZIA: “PIÙ GRAVE L’ATTACCO A REPUBBLICA CHE QUELLO AI CARABINIERI”

IL CAPO DELLA POLIZIA: “PIÙ GRAVE L’ATTACCO A REPUBBLICA CHE QUELLO AI CARABINIERI”

Da quando in qua le bombe sono meno pericolose di una mascherata di buffoni? Dando credito a questi cretini si fa il loro gioco. Dal capo della polizia mai ci si sarebbe aspettati una dichiarazione del genere. Qualcuno, cortesemente, si indigna? Forse è la volta buona che i carabinieri si arrabbiano, anche se loro, fedeli nei secoli, usano obbedir tacendo. Il capo della polizia Gabrielli ha dichiarato che la bomba esplosa davanti a una caserma dei carabinieri a Roma è meno grave della sceneggiata fatta da Forza Nuova sotto alla redazione di Repubblica. Ecco le sue parole: “È un fatto grave (la bomba) ma non dobbiamo amplificarlo oltremodo. Questi episodi sono avvenuti anche in passato. Vorrei quindi dare un messaggio di rassicurazione. Per certi aspetti ritengo molto più grave la piazzata che è stata fatta ieri nei pressi della redazione di un gruppo editoriale importante”. Insomma, è più seria una “piazzata” che un ordigno. La prima fatta da un drappello di idioti provocatori in cerca di visibilità, il secondo rivendicato dai soliti anarchici, ai quali, si sa, siamo abituati e quindi vanno presi sottogamba. Di bombe in fin dei conti in Italia ne sono esplose tante, come ricorda lo stesso Gabrielli. E questa alla caserma non sarà certo l’ultima. Perché sarebbe più grave il blitz mascherato di Forza Nuova al gruppo Espresso dell’ordigno dei presunti anarchici contro i carabinieri, col quale lanciare, sostengono, la campagna contro “uomini, mezzi e strutture della repressione”? Ovvio. Nel primo caso è in gioco, come detto ossessivamente in questi giorni, la democrazia, è “allarme, siam fascisti”, il paese deve stare in grande allerta, nel secondo si è colpita solo una caserma militare e non c’è scappato nemmeno il morto, figuriamoci. Nessuno si è fatto male – come anche a Repubblica del resto – quindi, come dice Gabrielli, “non deve essere motivo di allarmismo”. Insomma, quello che conta adesso in Italia è arginare la minaccia fascista. Pregasi tenerlo a mente per le prossime elezioni. E da qui ad allora ne vedremo delle belle. O delle brutte: provocazioni a gogò targate estrema destra o estrema sinistra, ben pilotate in modo che la rabbia degli italiani possa essere incanalata e ricondotta tranquillamente all’ovile, ai partiti che fin qui ci hanno protetto. Ma gli italiani non sono così scemi, sono abituati da decenni a questi giochi sporchi da campagna elettorale. Sanno benissimo che non sono stati i temuti squadristi o gli irriducibili della sinistra o gli anarchici ad aver portato in povertà 18 milioni di persone. Non sono loro i responsabili della fuga dei giovani, della disoccupazione raddoppiata in 10 anni, dello sfruttamento basato sui lavoretti, della perdita di ogni dignità professionale, del fatto che 11 milioni di italiani rinunciano alle cure mediche perché non hanno i soldi, della corruzione, delle tangenti, dell’asservimento a chi conta e agli interessi delle cricche e delle multinazionali. Sono stati i partiti di governo, miti e gentili, col loden o senza, a scardinare welfare e tutele sul lavoro perché ce lo chiede l’Europa, a investire più nelle spese militari che nella scuola e sanità. E non sarà dunque l’antifascismo il collante delle prossime elezioni, ma la rabbia. Bomba o non bomba, buffoni mascherati o no, onda nera o rossa che sia. Benvenuti nella rovente campagna elettorale a suon di trappole.