LA DISTRUZIONE DEL PIANETA NON È UNA COSA LONTANA NEL TEMPO

La distruzione del pianeta non è una cosa lontana nel tempo o nello spazio. La distruzione del pianeta da parte del modo di produzione capitalistico è un fatto concreto e vicinissimo. Parlo di capitalismo perchè la distruzione del pianeta non è data dal nostro stile di vita ma da un modo di produzione basato sul profitto, sulla ricerca del massimo profitto. I bisogni sociali non sono innati ma indotti da questo sistema che pur di accumulare profitti inventa bisogni – e ne fa scomparire altri – al fine di poterli soddisfare con merci inutili e dannose. Il superamento del modo di produzione capitalistico e cioè di un modo di produzione che riconosce solo i bisogni che si possono soddisfare attraverso le merci e riconosce solo le merci che possano dar luogo ad un profitto per chi le produce, è fondamentale per salvare il pianeta. Per questo serve immediatamente una piano del lavoro verde che sostituisca progressivamente il lavoro privato con lavoro pubblico non finalizzato alla produzione di merci ma alla cura del pianeta e delle persone. Il 900 è stato il secolo della centralità della produzione. Il 2000 deve essere il millennio della centralità della riproduzione, ambientale e sociale, altrimenti non sarà un millennio ma un inferno, almeno per la specie umana. Quando con mio figlio, Nicolò siamo andati su questo ghiacciaio, e lui aveva 11 o 12 anni, ad un certo punto, mentre andavamo verso le Grandes Jorasses, orgogliosissimo ed ispirato mi disse: ” Ma ci pensi?, qui, dove stiamo camminando noi, è passato Paul Preuss!”. (un alpinista di fine 800 che aveva cominciato ad arrampicare a 10 anni). Questa identificazione, la percezione di Nicolò che non stava solamente facendo una camminata su del ghiaccio, ma che era dentro una storia, quella dell’alpinismo, delle passioni, della vita e della morte, penso sia una delle cose più importanti per un ragazzo nella sua crescita come persona. Oggi le passioni le inventa e le vende il mercato, sono prodotti artificiali, non reali. Difendere il nostro ambiente significa non solo tutelare luoghi fisici conosciuti, la riproducibilità della specie, ma anche difendere luoghi dell’anima. Difendere i ghiacciai e tanti altri luoghi anche perchè altri ragazzi li possano calpesatere con la stessa passione gratuita e non comprabile con cui li ha attraversati Nicolò.