SVANISCE IL SOGNO NERO-AZZURRO, IL BARCELLONA 2 SBANCA SAN SIRO. CONTE IN EUROPA LEAGUE
Lukaku non basta, Perez e Ansu Fati spediscono Conte in Europa League . Niente da fare per l’Inter, che nell’ultimo match della fase a gironi di Champions perde in casa contro il Barcellona e fallisce la qualificazione agli ottavi di finale. A San Siro finisce 2-1 per i catalani, che sbloccano il match con Perez (23′) prima del pareggio firmato Lukaku al 44′.I nerazzurri hanno diverse chance per passare in vantaggio, ma nel finale Ansu Fati infila Handanovic (86′). La squadra di Conte retrocede in Europa League. Lo si era capito già venerdì, il centrocampo interista, senza Sensi e Barella, è troppo lento, non ha passo e soffre terribilmente il palleggio altrui, che si chiami Roma o Barcellona. L’Inter è arrivata alla partita decisiva stanca e in riserva, e nonostante il Barcellona sia sceso in campo con un paio di titolari e un nugolo di ragazzi di buone speranze, l’Inter esce malinconicamente dalla massima competizione dimostrando di non essere ancora all’altezza delle migliori squadre europee, e di dover fare ancora un lungo percorso di crescita.Se si guarda il centrocampo dell’Inter nell’ultimo mese non è certo migliore di quello dì anno scorso, anzi, e le assenze hanno pesato troppo, il miglior palleggio blaugrana ha avuto facilmente la meglio.Peccato perché il girone si era messo bene, e il Barcellona sceso a San Siro con tante riserve poteva essere la preda giusta, e rimane il rammarico per quel secondo tempo dì Dortmund dove l’Inter, in vantaggio di due gol, era riuscita a farsi rimontare e sorpassare. Alla fine però i drammi non servono, l’Inter era la terza forza del girone e terza è arrivata, certo per il secondo anno consecutivo aveva la possibilità di giocarsi il macht ball in casa e come con il Psv anno scorso, lo si è fallito. Le occasione sono state anche create, ma il gol del vantaggio non è arrivato, anzi è arrivato ma due volte in off-side, e il 2-1 subito nel momento migliore ha tagliato definitamente le gambe ad una squadra che comunque non ha sfigurato e non ha potuto giocarsi le proprie chances con la migliore formazione. Conte aveva detto alla vigilia, nessun rimpianto, beh però il rimpianto c’è perché battere il Barcellona non è mai facile, ma battere questo Barcellona, era alla portata anche di questa Inter. Il peccato più grande alla fine, è che l’Inter esca di scena con parecchi rimpianti al termine di una sfida dove le opportunità sono state tante e alcune pure clamorose. Esattamente tutto quello che non desiderava Conte, che alla vigilia sottolineava l’importanza di “non avere recriminazioni alla fine”.Contro il Barcellona B (tra infortuni e scelte di Valverde, fuori dall’11 titolare c’erano Messi, Piqué, Sergi Roberto, Suarez, De Jong, Busquets, Ter Stegen, Dembélé, Jordi Alba e Arthur), invece, la recriminazioni sono parecchie perché i nerazzurri sprecano tanto e sin dal principio.Il k.o. per 2-1 spedisce dunque l’Inter ai sedicesimi d’Europa League e impedisce al club di tornare agli ottavi di Champions a distanza di otto anni dall’ultima volta. Il Barcellona, che parte a sorpresa con un 3-5-2 speculare al modulo di Conte, mostra in avvio i limiti di un modulo non così automatizzato come invece lo è dall’altra parte. Tra il 5′ e il 10′ i nerazzurri hanno due grosse chance con D’Ambrosio (destro alto) e Lukaku (sinistro salvato da Lenglet), mentre al 19′ è Biraghi a trovare la risposta di Neto al termine di un’azione avviata da Lautaro Martinez e rifinita da Lukaku. L’Inter in avvio aggredisce con coraggio e offre ottimi strappi in verticale, ma sono i blaugrana a passare alla prima occasione al minuto 23, quando Godin serve involontariamente un assist a Perez, che non dà scampo ad Handanovic. Lo svantaggio fa sbandare un attimo i padroni di casa, che abbassano il proprio baricentro e al 33′, sugli sviluppi di un corner, per poco non subiscono il bis da Lenglet (sinistro a lato). L’Inter torna a farsi vedere con una conclusione di Lautaro (gran sinistro al 35′) e con il colpo di testa di D’Ambrosio (37′), ma è al 44′ che riesce a rompere la resistenza blaugrana con il mancino di Lukaku (sponda di Lautaro) che trova la deviazione di Umtiti. Nella ripresa, dopo un quarto d’ora d’attesa, gli uomini di Conte vanno all’assalto e producono il massimo sforzo fino all’80’, quando vengono abbandonati dagli ultimi residui d’energia.Lukaku spara addosso a Neto da un metro (61′) e Lautaro calcia a lato al 72′, il baby Ansu Fati (in campo dall’85’) invece non perdona Handanovic con un diagonale di destro all’86’. A 17 anni e 40 giorni, si tratta del più giovane marcatore nella storia della Champions League: ne sentiremo parlare molto oltre il 2030.
