DI MAIO LASCIA: QUALE FUTURO PER I 5 STELLE?

DI MAIO LASCIA: QUALE FUTURO PER I 5 STELLE?

La dipartita di Di Maio può rilanciare il governo, sempre che il M5s rifletta sul percorso politico fatto e da fare. E’ comunque una notizia che non fa scalpore, che non desta meraviglia.Il ministro degli Esteri parla di lotte interne, allude a situazioni insopportabili, ma siamo sicuri che sia questo il vero motivo della sua rinuncia quanto semmai l’accelerazione del volo in caduta libera che lo stesso Movimento da tempo sta effettuando?Crediamo proprio che sia così. Il M5s è in caduta libera da tempo. L’emorragia di parlamentari e senatori è vistosa e preoccupante. Non c’è una vera road map, non si intravede un percorso lineare con punti programmatici chiari, e si continua a navigare a vista. A parte le due Leggi approvate sotto la spinta ostinata dei 5Stelle, “Reddito di cittadinanza” e “Taglio dei parlamentari”, non si ricorda molto altro. Non tocchiamo il tasto IMMIGRAZIONE perché sarebbe sconveniente.Su queste due Leggi c’è comunque molto da riflettere. Un REDDITO DI CITTADINANZA che è tutto fuorché un vero “reddito”, tanto che sembra più un sussidio di disoccupazione che altro, e una Legge sul TAGLIO DEI PARLAMENTARI che è un insulto alla democrazia parlamentare con tanto di limitazione di quella che era veramente uno strumento di alta democrazia in mano ai Cittadini. Insistiamo molto sulle ricadute negative che questa Legge potrebbe avere e facciamo notare che è stata IMPOSTA dai 5 Stelle agli alleati come “conditio sine qua non” per la formazione di un nuovo governo. Questo è un chiaro esempio del vuoto politico che serpeggia all’interno dei Pentastellati.Sembra quasi, che stare con Salvini o scegliere l’alternativa con il centrosinistra, fosse stata la stessa cosa! Nessuno ha realmente capito che se si andava a nuove elezioni la destra salviniana avrebbe stravinto e il M5s sarebbe scomparso dagli scenari politici Nostrani. Non siamo affatto contenti di questo, perché il destino dei 5 Stelle è legato a doppio filo a quello del governo, con la sola differenza che, mentre gli alleati di centrosinistra discutono (quanto meno discutono, ndr) sulla necessità di rivedere le Leggi su Immigrazione e Sicurezza, riflettendo anche su Jobs Act e Art 18, dalle parti “stellate” si vivacchia pensando solo a portare avanti un tira e molla che non produce molti risultati.Ecco che lo scontento si leva dall’interno del Movimento; soprattutto per quella che viene indicata (un po tardi forse..) come scarsa democrazia interna e predominanza del Di Maio pensiero.Resta il fatto che alla vigilia delle Regionali più importanti degli ultimi anni, il passo indietro di Di Maio rischia di essere il preludio a qualcosa di ben più grave. Ci aspettiamo un rientro veloce di Di Battista con una “cabina di regia” (quella meno visibile?) riunita in seduta permanente.Si prospettano scenari altalenanti e non eguali per tutte le compagini di governo. Questo forse, almeno per il momento, porterà una boccata di ossigeno (specialmente se dall’Emilia-Romagna verrà la vittoria auspicata di Bonaccini). Ma se il M5s, non risultasse capace di ridisegnare un percorso nel breve ma anche nel lungo termine, il quadro potrebbe cambiare con l’avvento di nuove e più inquietanti sorprese.