LA CHIESA È DONNA, C’È UN NUOVO ORIZZONTE NEL PONTIFICATO DI FRANCESCO
Ci sono parole forti da parte del cardinale Marc Armand Ouellet, arcivescovo cattolico e accademico canadese, dal 30 giugno 2010 prefetto della Congregazione per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina.E lui è una delle figure più influenti della Chiesa Cattolica del nuovo millennio.Parole meditate che arrivano dopo che da mesi si è concluso quel Sinodo sull’Amazzonia che tanto rumore ha fatto sui temi ambientali e sul ruolo della donna nella Chiesa.Nelle conclusioni lo stesso Santo Padre non era stato reticente ed in particolare proprio su questo ultimo punto.Francesco sulla donna nella Chiesa aveva detto . “Non ci rendiamo conto di quello che significa la donna nella Chiesa. Guardiamo soltanto la parte funzionale, che è importante”. “Ma il ruolo della donna nella Chiesa va ben oltre la funzionalità e di questo bisogna tenere conto”, aveva sottolineato.E su questo punto a breve arriveranno dal Santo Padre importanti decisioni che sicuramente andranno in direzione di un ulteriore coinvolgimentoA conferma di un cambio di indirizzo verso le chiusure del passato arriva una preziosa intervista del cardinale Marc Armand Ouellet diffusa proprio oggi a proposito proprio del nuovo ruolo della donna nella Chiesa.Ed Ouellet non delude nel voler identificare la stessa Chiesa in Donna.Occorre, per questo, contrastare secoli di ignoranza: “Ci sono pregiudizi storici, cioè la donna è stata mantenuta per secoli in secondo piano, non ha avuto accesso all’educazione superiore, in tanti ambienti, e soltanto negli ultimi 50 anni, in un certo senso, stiamo facendo progressi globali verso l’uguaglianza, almeno per quanto riguarda l’accesso all’istruzione; ma manca ancora tanto per un’integrazione della donna: socialmente, nell’ambito del lavoro, anche nei servizi ecclesiali proprio per questa eredità storica, per questo sfruttamento della donna che c’è stato e che bisogna correggere perché così non possiamo avanti. Se vogliamo migliorare la società, dobbiamo mettere a frutto le qualità della donna che hanno anche questo fondamento divino e di grazia, in un modo più concreto. Questo, Papa Francesco l’ha sottolineato, come già aveva fatto molto Giovanni Paolo II: hanno cercato personalmente di fare una riflessione teologica che mostri il fondamento della dignità della donna, anche per superare i pregiudizi teologici che esistono, di cui non siamo consapevoli, e per questo bisogna fare una riflessione profonda che libera gli spiriti, la volontà di agire e di arrivare a decisioni più concrete, ma a partire da una visione rinnovata, non solo per la pressione culturale. C’è infatti un sentimento molto diffuso secondo cui la donna deve ancora essere ‘scoperta’, per così dire, nei suoi valori per poter essere integrata. Quindi, la ricerca è in corso e io sono molto contento di vedere che a livello universitario si sta facendo un lavoro interdisciplinare. Ovviamente, il tema è la donna perché la Chiesa è donna”.Per il cardinale Oullet esiste una centralità della donna che non più essere disattesa da altro scorrere del tempo: “Io ho sottolineato nella mia relazione il ruolo dello Spirito Santo nella Santissima Trinità e anche nell’economia della Salvezza, la sua vicinanza alla Vergine Maria e la sua azione materna e anche nuziale. Tutto questo mi sembra gettare una luce fondamentale per capire la genuinità del modo di essere della donna che, in certo modo, se è subordinato o se è secondo, non è per niente ‘secondario’ o non deve essere ‘sub-ordinato’ in un senso di oppressione e di discriminazione ma, al contrario, dev’essere esaltato per sfruttare i doni propri della donna. Infatti, in un certo femminismo c’è una mascolinizzazione della donna: non raccontiamo storie! C’è il modello maschile secondo il quale la donna vuole eguagliarsi: questa è una strada sbagliata. Bisogna promuovere la donna per la donna, e non farne un uomo: questa è una strada sbagliata. Bisogna invece veramente integrarla meglio anche nelle situazioni decisionali, in virtù dei suoi carismi. Ci sono donne che hanno capacità di formazione, di organizzazione, di decisione e discernimento straordinarie! Io penso alla formazione sacerdotale, per esempio, dove abbiamo bisogno della presenza di donne che aiutino a fare i discernimenti. Ho elencato i campi nei quali le donne eccellono, anche nella teologia, nella filosofia, nell’arte, nel servizio, sociale di cui abbiamo tanti esempi in particolare attraverso la testimonianza delle religiose”.E poi arriva un appunto da tenere di conto: “La politica dovrebbe funzionare diversamente, con la presenza delle donne, perché la capacità di mediazione, di riconciliazione, di pacificazione sono qualità molto più evidenti nella donna. E in questo mondo, che vediamo frantumarsi in tanti modi, credo che non possiamo trovare soluzioni senza un investimento di energie delle donne per portare avanti le società e anche la vita politica, anche a livello internazionale. Abbiamo alcuni esempi, ma c’è tanto ancora da fare”. C’è dunque un nuovo orizzonte dopo quello realmente ambientalista della inimmaginabile Enciclica Laudato Sì, c’è uno sguardo profondo e riconoscente verso la donna che si fa parte protagonista del cammino della Chiesa
