IL POPOLO CHIEDE AUTOBUS? DATEGLI MONOPATTINI

IL POPOLO CHIEDE AUTOBUS? DATEGLI MONOPATTINI

Temo che in chi ci governa scatti ormai una reazione mentale automatica (riflesso pavloviano, direbbero i sociologi), che sembra spingere a ragionare secondo un unico criterio, quello di favorire gli interessi del mercato. Anche laddove si tratta di affrontare un problema generale o di soddisfare un bisogno sociale, si tende a individuare soluzioni che comportino un vantaggio per l’impresa. E del resto siamo nell’alveo della grammatica liberista, che stabilisce come sia l’economia e non la politica a dover determinare le sorti di uomini (e donne) e cose, a dover definire la condizione materiale della nostra vita.In questo quadro brilla la proposta della ministra De Micheli, che prevede incentivi individuali per l’acquisto di monopattini elettrici. Una proposta che si presenta perfino lodevole: il monopattino è utile, non inquina, non affatica e ha anche un’aria fresca e sbarazzina. Nel suo piccolo, questo provvedimento è un capolavoro dell’accumulazione capitalista. Al problema della carenza di trasporto pubblico e alle conseguenti esigenze di mobilità collettiva, si risponde privatizzando il bisogno e favorendo il profitto. Non dunque investendo sul sistema del trasporto pubblico, ma elargendo mancette a condizione che si riversino sui produttori del trasporto privato.Capisco come sia più facile e conveniente spendere qualche spicciolo per una flotta di monopattini, invece di investire cospicuamente su bus, tram e metro. Ma volete mettere la zuccherosa gioia di possedere un giocattolino, rispetto alla sgraziata disperazione di viaggiare su automezzi sgangherati e inaffidabili?