QUANDO UN LEADER POLITICO DIVENTA UNA GARANZIA ASSOLUTA. MA PER L’OPPOSIZIONE

QUANDO UN LEADER POLITICO DIVENTA UNA GARANZIA ASSOLUTA. MA PER L’OPPOSIZIONE

Alla collega di Report che gli domandava la lista dei donatori della sua Fondazione “Italianieuropei”, Massimo D’Alema ha risposto con arroganza: “Lei fa domande cretine. Ma non è colpa sua: la costringono a farle”. Mi ha ricordato un episodio che ho vissuto in prima persona, da giornalista del “Messaggero”. Eravamo nel 2008 e con colleghi di altre testate, delle radio e delle televisioni, volavo da Ciampino alla Moldavia, e di lì in Romania, al seguito di una missione del ministro degli Esteri in quei Paesi. Il ministro era lui, e a un certo punto venne a parlare con noi giornalisti. Io allora gli chiesi: “Ministro, sono alle porte le elezioni americane. Lei chi vede come vincitore, fra Barack Obama e Hillary Clinton?” D’Alema mi fissò come se fossi un cretino e mi rispose: “Lei evidentemente ignora la potenza della Clinton Foundation: Obama non ha la minima possibilità di farcela”. E se ne tornò in testa all’aereo, mentre il suo capo ufficio stampa si affrettava a dirmi che quella dichiarazione era “off the record” e che non c’entrava niente con lo scopo del viaggio. S’è visto poi come andarono quelle elezioni. Una previsione davvero azzeccata. D’Alema, e questo forse non lo sapete, da presidente del Consiglio emanò nel 1999 le “Linee guida per la definizione dei contratti individuali della dirigenza”, messe in pratica poi da Giuliano Amato, che furono il trampolino per far balzare gli stipendi dei nostri dirigenti pubblici ai più alti livelli d’Europa. E, come è noto, è stato fra i protagonisti della riforma del “Titolo V° della Costituzione, che ha dato alle Regioni autonomia di legislazione sulla salute, con i risultati che ben si conoscono. Un leader politico come lui è una garanzia assoluta. Per l’opposizione, ovviamente.