CONSIDERAZIONI SULLA MANOVRA

CONSIDERAZIONI SULLA MANOVRA

Due impressioni sulla manovra. 55 miliardi, di cui 26 per lavoratori, reddito di emergenza e 16 per imprese, fra cui annullamento IRAP giugno. E’ una manovra ponte. Agisce sui redditi che scompaiono per la crisi, contro la miseria, ed è un tentativo di fare sopravvivere aziende in gravissima difficoltà. L’obiettivo di questa manovra – causa vincoli bilancio – è la sopravvivenza, molto meno lo sviluppo. E non è illogico tamponare la crisi garantendo la sopravvivenza. Sullo sviluppo si cerca di agire con incentivi, ma come diceva Keynes una impresa “deve avere una sufficiente fiducia nella situazione economica e ritenere di avere la concreta possibilità di guadagnare un profitto adeguato per intraprendere nuovi investimenti”. E gli incentivi non aprono prospettive senza fiducia nei mercati e nella domanda. Anche l’idea, piddina, che il paese si metta in modo con i tagli di tasse alle imprese è del tutto infondata. Manca una terza gamba a questo sgabello: gli investimenti pubblici, appalti, spesa. Finanziati a debito. Dovrà essere oggetto dei prossimi interventi: sono l’unico strumento per rimettere in moto il paese a cui ora il governo cerca di assicurare la sopravvivenza.