IN “BELOVED INFIDELES” CON DEBORAH KERR E PHILIP OBER 1959

“Scott, tu scrivi magnificamente,ma noi non riusciamo mai a fotografare i tuoi aggettivi” (l’executive di un grande studio hollywoodiano, interpretato da Gregory Peck,doppiato da Emilio Cigoli, in ‘Beloved Infidels’, 1959, soggetto di Sheilah Graham e Gerold Frank, sceneggiatura di Sy Bartlett, sugli ultimi anni di vita del grande scrittore americano che ebbe un pessimo rapporto con lo Studio System, ma un ottimo rapporto con l’alcool e con una giornalista scandalistica britannica, Sheilah Graham, Deborah Kerr – doppiata in Italia da Lydia Simoneschi -assunta nel 1936 da un giornale statunitense e spedita a Hollywood. Fitzgerald per lei abbandonò Zelda, la moglie malata) In “Beloved Infideles” (Adorabile infedele) di Henry King (Usa, 1959), Deborah Kerr e Philip Ober (nel ruolo di Jack Wheeler, direttore di un quotidiano popolare), bevono Sazerac. Cognac (o rye whiskey) e assenzio (o pernod) in rapporto 5 a 1.Due gocce di Peychaud Bitters. Una zolletta di zucchero. Soda. Una fetta di limone. Sciacquare un bicchiere tipo old fashioned con l’assenzio, aggiungere ghiaccio tritato e metterlo da parte. Mescolare gli altri ingredienti, zolletta di zucchero, due gocce di Peychaud e soda con il ghiaccio e metterli da parte. Eliminare il ghiaccio e l’eventuale assenzio in eccesso dal bicchiere preparato per primo e filtrare la bevanda nel bicchiere con cognac. Guarnire con scorza di limone. Prodotto tipico della cultura bayou nella francofona Louisiana, nasce nella metà dell’Ottocento, e forse è il primo super drink all-american, nato prima della guerra civile, dall’incontro/scontro tra l’assenzio e il cognac, prende infatti il nome dal cognac Sazerac-de-Forge et Fils, importato da Aaron Bird nel 1850, prima di aprire il Sazerac Coffee House. Dopo il 1870, il cognac, in seguitoall’epidemia di fillossera, un parassita importato accidentalmente, era introvabile. Il Rye è stato usato come sostituto. L’assenzio è stato proibito nel 1915 in Usa e nel 1916 in Francia, per non interferire nella guerra e dopo una astiosa campagna stampa dei produttori di vino terrorizzati dalla concorrenza del distillato ‘svizzero’ a base di anice e di fiori e foglie dell’Artemisia Absinthium. Anche il distillatore primo di assenzio era fuggito in Svizzera per evitare noie con la rivoluzione francese. I distillatori rivoluzionari devono avere però un cuore conservatore se non reazionario. Da qualche anni è il cocktail ufficiale di New Orleans, con tanto di decreto del sindaco. E nella Big Easy uno dei palazzi da visitare, dal settembre 2019, è proprio la “Sazerac House”, con gli antichi attrezzi delle distillerie, le botti stagionate, il bar, le fotografie storiche dei produttori e degli ospiti (una anche con Robert Mitchum, intenditore anche di Sazerac) e zona assaggi. L’indirizzo è 101 Magazine St, (504) 910.0100, ingresso gratuito. Il celebre bar dei cocktails, nel Roosevelt Hotel, è stato set di numerosi film, primo tra tutti “JFK” di Oliver Stone, con John Candy (la cui esibizione lì è indimenticabile) e Kevin Costner. Nei molti film ambientati nella ‘città del jazz’ (per esempio in “Jezebel”, 1938, di William Wyler, con Bette Davis star liquida che ne interpretò l’essenza nascosta, o “The Big Easy” di Jim McBride con Dennis Quaid e Ellen Barkin, 1987) non manca quasi mai sui tavoli dei bar e dei parties il bicchiere old fashioned, basso e scuro, guarnito con la fetta di limone… Ma nel corso dei decenni come abbiamo visto il bourbon (o il rye whiskey) ha conquistato il baricentro alcolico di questo cocktail tipicamente southern e il pernod oggi sostituisce molto spesso l’ “esiziale” (e difficilmente rintracciabile) assenzio. A New York se volete il Sazerac con il bourbon è meglio ordinare un “Zazarack”. Sazerac è anche la marca di un rye whiskey. Herbsaint è il liquore americano a base di anice più diffuso (come il Pastis e il Ricard, liquore della sinistra marsigliese, in Francia, oltre il Pernod) Una componente minore ma essenziale di questo drink è il Peychaud’s Bitters, inventato nel 1830 da un farmacista creolo haitiano, trasferitosi anche lui a New Orleans alla fine del XVIII secolo per fuggire dalla rivoluzione, Antoine Amédée Peychaud. E’ una specie di angostura ma con un aroma predominante di anice combinato a un retrogusto di menta. “Se non fosse che la maggiore attività delle donne in America sia strappare alimenti, gli uomini americani farebbero ancora più truffe” Jack Wheeler, il direttore del quotidiano scandalistico, spiega a Deborah Kerr, la sua nuova giornalista che viene da Londra, la differenza tra Usa e Regno Unito In un episodio del 2006 della serie televisiva di HBO “Treme” la chef Janette Desautel (interpretata da Kim Dickens) ne getta uno in faccia al noto critico gastronomico Alan Rickman (in persona) reo di avere criticato la cucina bayou, notevolmente decaduta – secondo lui – dopo l’uragano Katrina. L’articolo, pubblicato sulla rivista GQ era autentico, ma il critico accettò con grande sportività di recitare la scena per amore del Salzerac, simbolo della città. Nel film di Frank Capra, del 1948, “Lo Stato dell’Unione”, Katharine Hepburn si ubriaca di Sazerac in attesa del primo intervento televisivo del marito, Spencer Tracy, candidato alla presidenza degli Stati Uniti. L’agente della Cia Feliz Leiter, grande amico di James Bond, interpretato da David Hedisn (e doppiato in Italia da Luciano De Ambrosis) ne ordina due in “Agente 007: vivi e lascia vivere” ( Live and Let Die, 1973) di Guy Hamilton. Roger Moore lo sorseggia a New Orleans prima di un incontro con il gangster locale, Mr Big/dottor Kananga (Yaphet Kotto) che vuole inondare l’America di eroina gratis per conquistare il mercato. David Fincher nel 2009 porta sullo schermo un racconto di Francis Scott Fitgerald del 1922, “The Curious Case of Benjamin Button”, con Brad Pitt e Cate Blanchett. La prima volta che Benjamin incontra il padre, senza sapere chi sia, sono a New Orleans e vanno a bere Sazerac. Il padre chiede “sazeracs con whiskey, non con brandy”. Probabilmente manca anche l’assenzio, sostituito da Herbsaints. Nel 2015 James Martin ha diretto il corto “The New Orleans Sazerac” per raccontare come si fa un perfetto Sazerac