RIPARTENZA AL PICCOLO TROTTO: TRA FIORENTINA E BRESCIA UN PAREGGINO PICCINO PICCINO

Dopo una pausa di riflessione, specie nelle vicende sentimentali, bisogna ripartire con calma, si sa. E quasi quattro mesi solo una bella “pausona”, così Fiorentina e Brescia, con grande saggezza, si prendono un bel punticino a testa, così da evitare un surplus di euforia che potrebbe essere davvero dannoso in un momento del genere. Va bene, si celia, perché trovare parole per commentare una partita come questa, la prima del post Covid (attendendo la SECONDA ONDATA sia chiaro, altrimenti i virologi ci bacchettano) e giocata nella prima giornata veramente calda dell’anno è impresa disperata. Non è stata una partita orrenda, questo no, però il calcio di seria A, anche tra due squadre decisamente non perfette, è un’altra cosa. O forse “era”, questo lo scopriremo andando avanti. Certo un 1-1 che serve molto di più alla Fiorentina, anche se sembra paradossale visto che la squadra di Iachini giocava in casa ed era nettamente favorita contro il fanalino di coda in classifica arrivato a Firenze rabberciatissimo. Però il punto tiene, per il momento, i viola a distanza di sicurezza dalla zona retrocessione, mentre per il Brescia una eventuale salvezza assumerebbe i contorni del miracolo. La sensazione di amichevole contro i “Monti Pallidi” o la selezione dei taglialegna è fortissima in un primo tempo giocato sotto il livello del guardabile per gran parte del suo sviluppo. E non perché il Brescia ricordi quelle allegre compagini messe su in qualche modo nei pressi dei ritiri estivi per consentire la prima sgambata agli squadroni di Serie A, sia chiaro. Anzi, probabilmente quella a fare la migliore figura nella prima frazione è proprio l’ultima in classifica. No, è che la condizione atletica è quella che è per tutti e 22 in campo, ma soprattutto si vede che mancano le misure del campo nella testa dei giocatori. Incalcolabile il numero di passaggi facili sbagliati e di decisioni prese con quel secondo (anche secondo e mezzo) di ritardo che fatalmente consente all’avversario di fermarti. Niente di imprevedibile peraltro, sapevamo che questo era il pegno da pagare a una sosta mai sperimentata in precedenza. E allora meglio limitarsi ai cenni di cronaca, con il gol del Brescia arrivato su rigore di Donnarumma (bravo anche a trovare il cross sul quale Caceres stende Dessena prossimo a battere da tre metri), e il pareggio di Pezzella di testa su calcio d’angolo arrivato al termine di una bella azione del rientrante Ribery. Spesso “salvifici” i centrali viola in questo campionato: quando proprio la squadra non riesce a metterla dentro arrivano loro su calcio piazzato a togliere le castagne dal fuoco. Intendiamoci, non che la Fiorentina avesse buttato al vento chissà che in precedenza eh: tolte un paio di giocate del suddetto Ribery e qualche cosina di Castrovilli e Pulgar, la totale latitanza di Chiesa e Vlahovic non consentiva di costruire azioni decenti. Oltretutto tre quarti della difesa viola si faceva ammonire, con Dalbert che veniva graziato dall’espulsione per un successivo fallo davvero stupido che “chiamava” il secondo giallo. Però nel secondo tempo la Fiorentina, tolta evidentemente un po’ di ruggine, cominciava a far vedere cose buone: Castrovilli saliva in cattedra e anche “i dormienti” Chiesa e Vlahovic cominciavano a destarsi. Le occasioni arrivano copiose e solo un po’ di sfortuna negava il vantaggio: prima con un fuorigioco di Vlahovic che vanificava il colpo vincente di Ribery e poi con una palla crossata da Chiesa quando era già uscita di un palmo, palla che avrebbe trovato lo stesso Vlahovic puntale al tiro. Sul più bello però Caceres entrava fuori tempo su Torregrossa ed essendo già ammonito salutava la compagnia, seguito a ruota da Iachini. Poco male per il tecnico che saliva solo qualche gradino in tribuna e continuava a urlare come prima, ma molto male per la squadra che già in debito di ossigeno vedeva la salita farsi sempre più improba. Nonostante questo però l’ultimo quarto di partita vedeva i viola provarci ancora con bella continuità malgrado i due uomini in meno… Eh sì, perché oltre all’espulso Caceres bisogna anche considerare l’impresentabile Lirola, il quale d’accordo che non era sulla sua fascia naturale, però si segnalava per una prestazione indecorosa sbagliando tutto quello che gli passava tra i piedi. Ad ogni modo una traversa ancora di Pezzella e un paio di ottime azioni di Vlahovic e Castrovilli alla fine portavano la Fiorentina a meritare nettamente la vittoria ai punti. Dato che però questo è calcio e non pugilato (sport ancora vietatissimo dai protocolli, anche per strada) la Fiorentina deve appunto accontentarsi del classico “brodino” che la fa ripartire, piano ma la fa ripartire. Ora però all’orizzonte si staglia la trasferta di Roma con la Lazio, trasferta da affrontare senza Caceres e Chiesa (ammonito nel finale da diffidato), impresa che pare superiore alle possibilità della squadra, pur confidando nella particolarità del momento che rende i pronostici labilissimi. Intanto però si è rivisto il calcio in diretta dopo mesi di repliche. Certo, le repliche erano di incontri leggendari, o almeno spettacolari, mentre il live è un po’ deprimente. Però come si diceva all’inizio siamo tutti ancora un po’ “ammaccati”, e alla fine avere qualcosa a cui pensare che non sia il quotidiano bollettino della protezione civile (e valutazioni successive degli esperti, spesso contrastanti) o il lavoro che non è più quello (quando ancora c’è…) è pur sempre qualcosa di positivo. I non amanti del calcio non saranno d’accordo, lo sappiamo, però per noi della tribù è così e dunque lasciateci godere delle nostre piccolezze. Grazie.