C’È ATTESA PER IL PROGETTO UNITARIO A SINISTRA

C’È ATTESA PER IL PROGETTO UNITARIO A SINISTRA

Ieri ho avuto la sensazione che ci sia una certa aspettativa nei confronti del progetto unitario a cui si sta lavorando, a sinistra.L’ho avuta perchè era un giorno lavorativo, eravamo a pochi chilometri da Sassari, fuori mano, in un luogo non di passaggio.Insomma, per essere lì, per prender parte a una giornata non proprio leggera nei tempi e nei temi trattati, significa che c’era tutto l’interesse a esserci.La sala era piena. In un periodo in cui appena accenni di politica ed elezioni la reazione diffusa è di indignazione e rabbia e malcontento, in un momento in cui la politica locale è pressochè ibernata in attesa di scoprire le carte per le prossime regionali, come se di tatticismi non fossimo già morti, risorti e morti, c’erano persone sedute e in piedi, ad ascoltare, a prendere la parola, curiose di capire cosa c’è di nuovo in cantiere, augurandosi che sia un qualcosa che torni a far sognare. E’ un’aspettativa percepita che mi ha confortato e al tempo stesso preoccupato, perchè se non la si finisce di respingere con inutili discussioni sui cognomi, deluderemo tutti. Perderemo la timida fiducia rinnovata. Ancora.Che certi treni passano una volta sola, altri decidono di ripetere la corsa ma a condizione che la meta sia chiara e condivisa, perchè sono andati i tempi in cui il voto arriva a prescindere, i tempi de “Cosa fai, non voti?”.No, a una proposta non credibile c’è chi preferisce non votare, che poi è la maggioranza del Paese.E per non deludere serve essere seri, attrattivi nelle proposte e nel linguaggio che le accompagna, perchè il politichese lo si rifiuta. Sono arrivata a rifiutarlo anch’io che parzialmente ne soffro. Facciamo che i prossimi mesi non siano di reciproche pacche sulle spalle per quanto siamo stati bravi a ritrovarci, che la gente non ha nemmeno capito perchè ancora non fossimo insieme, nelle cose che contano davvero.Ci sono battaglie che volano alto in nome delle quali non possiamo permetterci l’eterna subordinazione al nulla. Perchè parlare di cognomi equivale al nulla, quando c’è tutto da fare. Per ricominciare.Per far sì che i giorni a seguire siano migliori, semplicemente. Ci starebbe unavantiesortativo, ma pare brutto.