RIFLESSIONI ELETTORALI

Mentre a Bruxelles i governi dell’Unione Europea continuano a difendere un ordine a difesa degli interessi di pochi, si stanno avvicinando due appuntamenti elettorali in cui sarà decisivo far sentire la voce dei molti. Tra una settimana la Catalogna va al voto: là sosteniamo con forza la proposta diCatalunya en Comú Podem, ampia confluenza di piattaforme civiche e municipaliste, e di diverse forze politiche, tra cuiPodemosdiPablo Iglesias. Sosteniamo la loro coraggiosa operazione di verità, contro un governo Rajoy anti-costituzionale che ha saputo usare solo l’autoritarismo, sciogliendo la Generalitat, incarcerandone gli esponenti, negando il diritto di espressione e di scelta a milioni di cittadini. Una posizione tutt’altro che facile, capace anche di dire la verità di fronte alla illusoria e fallimentare propaganda dei gesti unilaterali, di ricordare a tutti che indipendenza, autonomia, federalismo sono parole che hanno valore solo se servono a cambiare in meglio la condizione sociale dei molti. Tra pochi mesi si andrà al voto in Italia, un altro dei Paesi del Sud Europa dove gli effetti di dieci anni di crisi e delle politiche di austerità, imposte dalla “grande coalizione continentale” e dal suo “estremismo conservatore” a vantaggio delle oligarchie economico-finanziarie, si sono fatte pesantemente sentire. Qui siamo impegnati nella costruzione della proposta diLiberi e Uguali, con tanti e dalle storie diverse, nel tentativo di offrire un’alternativa ai molti che chiedono un cambiamento radicale di rotta, una politica capace di porre la questione della giustizia sociale e della redistribuzione della ricchezza, dei diritti per tutte le forme vecchie e nuove del lavoro, della necessità di una trasformazione ecologica del modello produttivo di fronte alle catastrofi climatiche e ambientali, dell’accoglienza e della libera circolazione delle persone che migrano e chiedono asilo. Per noi Podemos, l’esperienza di questi anni delle “confluenze”, è uno dei punti di riferimento. Un esempio a cui guardiamo anche per la capacità che ha avuto di uscire dalle gabbie dell’identità e dell’ideologia, e di provare costruire qualcosa di più grande, di più ampio, con tanti e differenti, per rispondere alla domanda di cambiamento di milioni di donne e uomini, che in Spagna come oggi in Italia non si sentono rappresentati e difesi. Sappiamo che è difficile, ma che vale la pena tentarci. Per cambiare i nostri Paesi, per cambiare insieme l’Europa.