PASSATE LE CHIACCHIERE, ORA AL LAVORO

PASSATE LE CHIACCHIERE, ORA AL LAVORO

Passato il mese delle chiacchiere sparse al vento c’è un Paese e una larga fascia di elettori che aspettano di ritirare all’incasso le promesse di un accordo di governo che aveva stabilito di esser di profondo cambiamento. Finiscono e finiranno gli appuntamenti e le passerelle nelle località balneari e montane ed emerge la necessità di stringere sui punti irrinunciabili C’è in sostanza di vedere una volta per tutte il governo al lavoro dopo i bizantinismi del ferragosto Fino ad oggi sono stati perfino perdonati di certe ingenuità, di qualche guasconata, da ora non si scherza più. Certo non tutto può essere realizzabile ma scontentare le proprie basi non è cosa accettabile tanto più che le aspettative hanno portato nuovi consensi Un vero è proprio gradimento da parte di una larga fetta di elettorato che oggi supererebbe il 60% di consensi a stare a sentire alcuni autorevoli sondaggisti. Un consenso forte, un po’ sbilanciato sulla Lega ma che nessuno vuole disattendere Naturale dunque ci sia un duello tra Lega ed M5s sulle priorità programmatiche da inserire nella prossima legge di bilancio. Per primo a riunire i suoi Matteo Salvini, che ha incontrato capigruppo e sottosegretari al Viminale e redige l’elenco, a parer suo delle proposte e del cammino da seguire: stop legge Fornero e flat tax – assicurando, per tranquillizzare i mercati che la manovra rispetterà ogni regola. “Vedremo di rispettare tutte le regole tutti i vincoli e tutti gli impegni presi”, assicura il vicepremier leghista, fiducioso che si possa “far crescere questo paese e far star meglio gli italiani senza irritare coloro che ci osservano dall’alto. Vedremo – promette il segretario della Lega – di essere bravi e convincenti”. Vuole abbassare i toni e ci riesce perché i mercati lo apprezzano registrando un calo dello spread a 265 punti. Stesso discorso per la reazione in Borsa che chiude in rialzo dell’1,01%. Luigi Di Maio vorrebbe imitarlo, stargli alle costole, e parte subito all’attacco in pressing sul reddito di cittadinanza. Non può giocare di rimessa, il suo popolo è già abbastanza provato dall’attesa e dunque da buon grillino deve per forza tenere alta la tensione con l’alleato sul tema delle priorità. Il capo dei 5 stelle, parlando a Napoli, rilancia così il cavallo di battaglia del movimento, ribadendo che il reddito di cittadinanza “è la priorità” di questa legge di bilancio che, al di là di tutti i distinguo “deve essere coraggiosa”. “Non me ne frega niente – incalza Di Maio – se c’è una agenzia di rating che dice che il reddito di cittadinanza è inopportuno. E’ proprio per seguire quelle agenzie di rating che oggi ci troviamo il numero di disoccupati e il numero di poveri che abbiamo in Italia”. In mezzo ai due commedianti di governo, quello che doveva essere il premier Conte, è chiamato a fare la sintesi nelle prossime settimane mentre il ministro dell’Economia, Tria, attento a far quadrare i conti cerca per quel che può di fare il pompiere per tranquillizzare l’Europa e la finanza mondiale.