OGGI SCIOPERO, LA DIGNITÀ IMPONE DI NON LAVORARE IN QUEI CAMPI

Tiro a segno fra i ruderi di una vecchia fabbrica vicino alla tendopoli di San Ferdinando in CalabriaC’è un uomo morto ed atri due feriti, colpiti “come bestie”.Le fonti ufficiali dicono di stare tranquilli, che non c’entrano episodi di intolleranza verso un popolo utilizzato a piene mani nell’economia agricola.Dicono che si trattava, in fondo, di semplici ladruncoli entrati a loro rischio in una proprietà privata. “Stavamo raccogliendo delle lamiere quando si è fermata una Fiat Panda bianca vecchio modello ed è sceso un uomo con un fucile che ci ha sparato contro 4 volte”, ha raccontato Madiheri Drame, attivista sindacale impegnato nel contrasto al caporalato.Il primo proiettile aveva colpito Soumayla alla testa, facendolo crollare. Ma il cecchino non si è fermato. Ha solo cambiato bersaglio. Un proiettile ha centrato alla gamba Madiheri Drame, mentre il più giovane dei tre, Madoufoune Fofana, 27 anni, è riuscito a trovare riparo. Altri colpi di fucile si sono persi nella notte, poi l’uomo – di carnagione chiara, hanno detto i sopravvissuti – si è dileguato. E l’unico dei tre ragazzi rimasto illeso ha potuto dare l’allarme. Soccorso dai carabinieri, Soumayla è stato trasferito al reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Reggio Calabria, ma intervento chirurgico non è riuscito a salvarlo. “La vittima e gli altri due ragazzi stavano prelevando lamiere e altri materiali da una fabbrica da tempo sequestrata perché vi sono stati trovati fanghi tossici provenienti da Brindisi – dice Peppe Marra, del sindacato Usb – chi ha sparato ha preso la mira per quattro volte da una distanza di 150 metri”.Oggi si è deciso di non scendere in quei campi dove si lavora per pochi spiccioli.Forse oggi a qualcuno dispiacerà di non vederli, quei “neri” a raccattare frutta e verdura e spostar cassette.